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Roberto Formigoni, il ritorno per farlo tornare in carcere: vogliono punirlo ancora

Davide Locano
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Lo vogliono di nuovo in carcere. Si parla di Roberto Formigoni, ai domiciliari dallo scorso 22 luglio. Ma la decisione di fargli scontare la pena a casa ora finisce all'esame di Cassazione. Come riporta Il Fatto Quotidiano, mercoledì 31 luglio l'avvocato generale di Milano, Nunzio Gatto, ha presentato ricorso contro l'ordinanza del tribunale di Sorveglianza, che appunto ha concesso i domiciliari dopo cinque mesi in cella per una condanna a 5 anni e 10 mesi. Secondo Gatto, il provvedimento sarebbe "incongruente". Lo scorso 18 luglio il parere favorevole del sostituto procuratore, Nicola Balici, era stato motivato con il superamento dei 70 anni da parte dell'ex governatore, oggi di anni ne ha 72. Gatto ha impugnato la decisione perché sostiene che non si possa parlare di "collaborazione impossibile", il principale motivo che ha indotto il tribunale di Sorveglianza a concedere i domiciliari, poiché secondo quanto previsto dal cosiddetto spazzacorrotti, anche gli ultra-settantenni, restano in carcere a meno che non collaborino con la giustizia. Leggi anche: Roberto Formigoni, il Senato sospende pensione e vitalizio

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