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Massimo Cacciari e la profezia su Nicola Zingaretti: "Ecco chi comanda i gruppi parlamentari Pd"

Caterina Spinelli
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In Pd è in ostaggio di se stesso e non riesce ad approfittare "delle incompatibilità enormi tra Lega e Movimento 5 Stelle". Massimo Cacciari, filosofo ed ex sindaco di Venezia, ribadisce che "queste cose io le dice da anni". "Dal momento in cui Matteo Renzi ha ottenuto la vittoria sui resti dei vecchi discendenti della Dc e del Pci è stato impossibile trovare una mediazione. Non se ne sono resi conto e allora continuano a massacrarsi", riferisce sulle colonne del Fatto Quotidiano. Negli ultimi giorni il Partito Democratico è riuscito a litigare anche sul nemico in comune: Matteo Salvini. Da una parte la petizione di Nicola Zingaretti, dall'altra quella di Matteo Renzi, entrambe con lo stesso obiettivo, quello di chiedere le dimissioni del ministro. Leggi anche: Pd, lo spot ridicolo di Zingaretti: il partito dei salotti si fa immortalare vicino al popolo "Se i renziani si fossero allontanati dal Pd sarebbe stata tutta un'altra storia, ma Renzi ha perso la sua occasione, avrebbe dovuto farlo quando era ancora alto nei sondaggi: lui avrebbe spaziato intorno al centro e al berlusconismo, il Pd avrebbe potuto recuperare una parte dei 5 Stelle. Solo che qualche anno fa io lo dicevo e non mi davano ascolto, oggi sono sicuro che sia Zingaretti sia Renzi sanno che quella era la soluzione migliore e che adesso non è più praticabile". Zingaretti non è di certo un segretario che vanta grande carisma, ma per Cacciari questo non è necessariamente un difetto: "Ben venga il giorno in cui gli italiani smetteranno di innamorarsi della figura del leader carismatico" ribadisce. E ancora: "Mi aspettavo un po' di decisionismo in più. In parte lo giustifico perché i gruppi parlamentari sono ancora tutti in mano ai renziani". E così l'attuale segretario del partito dovrebbe ben guardarsi le spalle, perché l'ex premier sembra avere tutte le intenzioni di riprendersi quello che era suo. O, quantomeno, Renzi ha tutte le carte per rendere la vita (politica) di Zingaretti impossibile.

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