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Luigi Di Maio è disperato: "Forse dovremmo finirla qui". I grillini lo lasciano sempre più solo

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Caterina Spinelli
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"A questo punto mi chiedo se non dobbiamo finirla qui". Luigi Di Maio dopo il voto sulla Tav si aggira nei meandri di Palazzo Chigi in attesa della decisione di Matteo Salvini. Il primo che chiama è Beppe Grillo. Ha bisogno di rassicurazioni, perché sa che nel Movimento ormai troppi sono contro di lui. Il fondatore non gli fa mancare il suo appoggio e così ricorre ai social. Il comico fa un post per attaccare il leader no Tav Alberto Perino e ripete - come riferisce Repubblica - che il problema era la mancanza dei numeri in Parlamento, non la volontà dei 5 stelle. Di Maio poi sente anche Davide Casaleggio, ma il manager è più spaventato della possibile crisi di governo (come dargli torto, con i numeri che si ritrovano).  Leggi anche: Annalisa Chirico smonta la sinistra: "Senza Renzi..." Così, Di Maio chiede ai suoi - come già successo dopo il tracollo alle elezioni europee - cosa deve fare. A quali condizioni è possibile restare ancora al governo. Il leader M5s non sa cosa dire, né cosa fare di fronte alla richiesta di Salvini di far fuori  Danilo Toninelli, Elisabetta Trenta, Giovanni Tria. Se i 5 stelle accettassero - prosegue il quotidiano di Verdelli - lo sanno sia Di Maio che Conte - l'umiliazione sarebbe definitiva. E non solo per il Movimento. Di Maio infatti è sempre più solo. A mollarlo dopo Max Bugani, il braccio destro di Casaleggio nell'associazione Rousseau, anche il parlamentare europeo Ignazio Corrao, uno dei più fedeli compagni di strada. Ma è il presidente della commissione Antimafia Nicola Morra a passare ai fatti: "Mettiamo ai voti su Rousseau la permanenza nel governo". 

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