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Silvio Berlusconi, l'ultimo azzardo per la sopravvivenza politica: perché chiude a ogni incuicio

Caterina Spinelli
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Silvio Berlusconi era già pronto dopo l'esito del voto sulla Tav. Pronto alla crisi di governo e al voto immediato, che per ragioni di calcolo politico - che spieghiamo qui - era arrivato ad auspicare. Non a caso, dopo l'apertura - verbale - della crisi da parte di Matteo Salvini, a tempo record, il Cavaliere ha vergato una nota in cui spiegava quale, a suo giudizio, fosse l'unica alternativa possibile: le elezioni anticipate, obiettivo scongiurare "maggioranze diverse". Un appello, quello del leader, finalizzato anche alla (sua) sopravvivenza. Dopo l'addio di Giovanni Toti, seguito da altri big forzisti, il partito non naviga in buone acque e la possibilità che scompaia è molto più che una semplice ipotesi. D'altra parte però anche Matteo Salvini sembra avere tutto l'interesse a tenersi buono - almeno per ora - Berlusconi. A confermare la tesi, rilanciata da Il Messaggero, anche i racconti che sono arrivati da Arcore. "Quella dichiarazione era un messaggio, un segnale che attraverso i pontieri era stato richiesto proprio da Salvini per allontanare lo spettro di un governo tecnico o, peggio, di scopo per cambiare la legge elettorale". Leggi anche: Matteo Salvini apre ufficialmente la crisi di governo Insomma, Berlusconi avrebbe escluso l'appoggio a un nuovo governo così come promesso, si sussurra, proprio a Salvini. In questo modo l'ex premier cavalca l'onda, sperando di poter rientrare in gioco, sebbene il leader della Lega non gli avrebbe dato alcuna garanzia sulla rinascita del centrodestra in vecchio stile. Insomma, un "no" agli inciuci finalizzato a ricompattare la vecchia alleanza. Tentativo di sopravvivenza, appunto. Nello scenario che si è prefigurato Berlusconi, alla fine il leader della Lega avrà più di una convenienza a non scaricare Forza Italia, o in alternativa l'Altra Italia (il suo nuovo enigmatico soggetto): da una parte l'appeal che ancora vanta sugli elettori moderati e dall'altra la necessità di non lasciare alla sola Meloni (ora secondo i sondaggi sopra a Berlusconi) troppo potere. Non solo, in Forza Italia, a spingere il Cav verso Salvini, anche 10-15 parlamentari che avrebbero strappato la promessa di un posto in lista. Berlusconi ha fatto i suoi calcoli. Ma l'azzardo è enorme: difficile, quasi impossibile, che Salvini indulga all'alleanza pre-urne. Semmai, e solo in caso di necessità se non bastassero i Fratelli d'Italia, ci si potrà mettere al tavolo dopo le elezioni. Ma come detto, in ballo c'è la sopravvivenza politica di Forza Italia. Berlusconi non poteva non tentare. Non poteva non garantire a Salvini il "no" a qualsivoglia accordo di palazzo.

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