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Giuseppe Conte, Bruno Vespa inchioda il premier: "Cosa rivelano i durissimi attacchi a Matteo Salvini"

Davide Locano
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Tutti, o quasi - grillini ovviamente in primissima fila - a puntare il dito contro Matteo Salvini: la crisi di governo è tutta colpa sua. Per carità, difficile sostenere che non sia stato lui a volerla più di tutti. Ma ci sono dei ma. In primis, il fatto di averla cercata non è un male in sé, anzi. Il governo boccheggiava, la rissa era continua, la situazione ingestibile. Senza scordare, poi, come il M5s abbia votato contro lo stesso esecutivo e contro il premier, Giuseppe Conte, sulla mozione relativa alla Tav, innesco finale dello showdown. Insomma, la realtà è molto più sfaccettata e complessa rispetto a quanto possa apparire a una prima analisi. E a tal proposito, l'editoriale di Bruno Vespa su Il Giorno è a tratti illuminante. In particolare quando si parla del premier Conte, e del fatto - ormai certo - che abbia rifiutato di dimettersi, così come gli aveva chiesto Salvini dopo il crac al Senato sull'alta velocità. Scrive Bruno Vespa: "Eppure il rifiuto delle dimissioni da parte di Conte, la sua richiesta di una sfiducia parlamentare per opera della Lega e la durezza delle sue parole contro Salvini confermano che il suo avversario politico non è il partito che ne ha bocciato la posizione sul Tav (Costa più non completarla), ma quello che l'ha promossa. Paradossi ai quali ormai siamo abituati", rimarca. Leggi anche: Crisi di governo, il via libera di Salvini a Luca Morisi Già, sarebbe sbagliato far passare Conte come quello senza macchia. E proprio su questo insiste il conduttore di Porta a Porta. Il ragionamento fila via liscio come l'olio: il premier rifiuta le dimissioni dopo essere stato, nei fatti, sfiduciato dai grillini. Vespa rievoca le parole di Conte sulla Tav, "costa più non completarla", per ricordare come la posizione del presidente del Consiglio convergesse con quella della Lega. Eppure, all'apertura della crisi, gli attacchi di Conte sono stati solo per Salvini. Insomma, un premier al soldo del M5s, così come dicevamo da tempo. Un premier la cui strategia è colpire la Lega: prima con il rifiuto delle dimissioni, poi con gli attacchi a Salvini che, se ne evince anche secondo Vespa, sono indice di assoluta mancanza di coerenza.

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