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Matteo Salvini, sondaggi e proiezioni: punte del 40%, ma non può governare da solo

Caterina Spinelli
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"È evidente che la popolarità di Matteo Salvini dipende anche dal contesto di stabilità di cui Conte è garante", dice il politologo Ilvo Diamanti. Popolarità che ha spinto il ministro dell'Interno ad aprire la crisi di governo con l'obiettivo di correre da solo. D'altronde, come dargli torto: il leader leghista - ricorda Repubblica - ha preso un partito al 4 per cento fino a farlo arrivare al 38 per cento. "Salvini può contare su un bacino di dieci milioni di voti", è l'opinione di Marco Valbruzzi dell'Istituto Cattaneo, secondo il quale "per avere la maggioranza dei seggi in Parlamento gli servono altri cinque, forse sei milioni di voti. Dipende certo dall'affluenza, ma l'ordine di grandezza è questo. Da solo non ce la può fare. Si dovrà necessariamente appoggiare a Fratelli d'Italia, mentre escludo che gli convenga elettoralmente portarsi dietro Forza Italia. Per lui potrebbe essere addirittura controproducente". Leggi anche: Salvini, i sondaggi e l'effetto Savoini: "Filtrano i primi segnali" Non solo, ad allontanare l'obiettivo del ministro dell'Interno - ovvero governare da solo -, anche Lorenzo Pregliasco di Youtrend: "Con l'attuale legge elettorale bisogna superare per forza il 40 per cento per avere la maggioranza. Quella quota garantisce circa 320 seggi alla Camera e circa 160 al Senato. Con le percentuali di cui Salvini è accreditato oggi arriverebbe intorno ai 280 seggi alla Camera. Ma superare il 40 per cento non è facile, tutto dipende da quanto voto utile può pescare". Anche se tutto andasse per il verso auspicato dal vicepremier, con una crisi rapidissima (e anche questo è da vedere) ed elezioni a ottobre, c'è sempre un'incognita. Avverte Diamanti: "Una cosa è votare per la Lega di Salvini, altra cosa è votare per Salvini. La storia insegna. Bisognerebbe ricordare che da Berlusconi in poi e fino a Renzi i vincitori annunciati hanno sempre fallito". 

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