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Crisi, voto a ottobre ed ecatombe di partiti: nemmeno il tempo di raccogliere le firme, chi resterà fuori

Caterina Spinelli
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I partitini sono in pericolo. Con l'accelerazione di Matteo Salvini sul ritorno alle urne, quelle forze politiche senza gruppi parlamentari in entrambe le Camere, saranno fregati. Non si sta parlando dei cosiddetti "partiti dello zero virgola", bensì di quei movimenti - rivela Il Tempo - che alle ultime Europee hanno ottenuto anche risultati significativi. Tra questi Più Europa (833.443 voti, 3.11%), i Verdi (621.492 voti, 2.32%) e la Sinistra (469.943 voti, 1.75%). Per loro la sfida è altissima: la quantità di firme che dovranno raccogliere arriva a un minimo di 750 per ognuno dei 63 collegi plurinominali in cui divisa l'Italia (sarebbero 1.500, ma le elezioni anticipate prevedono un loro dimezzamento). Il problema principale però è un altro: se il leader leghista riuscisse a ottenere le elezioni a ottobre, i partitini dovrebbero raccogliere le firme tra agosto e settembre. In un periodo in cui a essere in vacanza non sono solo gli elettori, ma anche gli autenticatori e i Tribunali in cui le firme vanno ratificate. Altro particolare: un'interpretazione del Rosatellum prevede che le firme vadano raccolte non solo per i listini di candidati proporzionale, ma anche per i candidati nei collegi uninominali. Peccato che questi ultimi, generalmente, vengano scelti - prosegue Il Tempo - dopo lunghe trattative tra i partiti coalizzati, magari solo la notte prima dal termine ultimo per la presentazione delle liste di Elena Grandi portavoce dei Verdi e di Pietro Grasso di Liberi e Uguali. I partiti esclusi dall'esenzione, insomma, non avrebbero mai il tempo per raccogliere le firme sufficienti. Per loro, sostanzialmente, scatterebbe un involontario "divieto di coalizzarsi". Leggi anche: Pietro Grasso, appello a Mattarella: "Tria deve essere premier" Ma gli impicci non finiscono qui. Se anche questi ostacoli fossero superati, ci sarebbe poi il problema delle soglie di sbarramento altissime previste al Senato a causa dei pochi seggi assegnati col proporzionale. Ma il vero problema rimane quello delle firme. A farsene carico sono stati i Verdi e +Europa che hanno avanzato una serie di richieste per provare a rendere meno impari la competizione elettorale.

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