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Matteo Salvini fatto fuori dal Viminale, il vero obiettivo di M5s e Pd. Voto anticipato? Gioco sporco

Giulio Bucchi
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Il primo accordo tra Pd e M5s è già stato raggiunto: rimuovere Matteo Salvini dal Viminale. "Un martirio, tutti contro di me", si è lamentato a tarda sera il leader della Lega e ministro degli Interni, e forse ha già capito che aria tira: l'obiettivo principale dell'inciucio, in attesa di capire se mai si farà un governo giallorosso (e nel caso quanto durerà) era quello di togliere dalle sue mani di ministro la gestione di eventuali elezioni anticipate. Non a caso lo storico Luciano Canfora, di sinistra, ospite di Telese e Parenzo a In Onda martedì sera su La7 definiva come prioritario far fuori Salvini: "È impensabile lasciarlo ministro, sarebbe come lasciare Goering a gestire le elezioni poi vinte dai nazisti". Riferimento storico al 1933, con chiaro connotato politico. Leggi anche: Open Arms, il pm ordina il sequestro della nave e lo sbarco dei migranti. Viminale scavalcato Con una nota nel tardo pomeriggio i 5 Stelle lo hanno invitato a dimettersi, "o hai paura?". Lui resiste: "Fino all'ultimo, per guadagnarmi lo stipendio che mi pagano gli italiani e difendere i confini e la sovranità del mio Paese". Sul tavolo ci sono tante ipotesi, compresa quella del voto anticipato. Ma nel caso probabilmente Sergio Mattarella opterà per un "governo elettorale", di scopo. E Salvini non ci sarà.

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