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Manovra, buco sull'Imu: probabili rincari sulla benzina

Mancano 1,5 miliardi di euro per coprire la prima rata Imu: entro venerdì la decisione

Francesca Canelli
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E' una corsa all'ultimo centesimo, quella che si sta svolgendo tra Palazzo Chigi e il Tesoro. Per coprire la cancellazione della prima rata Imu, infatti, dati i fondi incerti e il flop della sanatoria sulle slot machine, il Governo di Enrico Letta potrebbe essere costretto ad aumentare le accise sui carburanti e gli acconti fiscali per le imprese. Il tempo stringe, e entro fine novembre la decisione dovrà essere presa.  A essere in bilico sono i circa 1,5 miliardi di euro che dovrebbero arrivare dalla sanatoria delle slot machine (600 miliardi) e dagli incassi Iva (925 milioni) per il pagamento di un giro aggiuntivo di 7,2 miliardi di euro di debiti della Pubblica amministrazione. Per quanto riguarda le slot, è ormai quasi certo che la cifra non sarà raggiunta: dei 600 milioni previsti il Tesoro ne ha incassati solo 240. E nemmeno sicuri, visti i ricorsi che gli imprenditori hanno rivolto al ministero, che potrebbe essere costretto a ridare indietro i soldi versati. Infatti Letta e Saccomanni avevano garantito che la partita della maxi-multa da 2,5 miliardi della Corte dei Conti, sarebbe stata chiusa con il versamento del 20% del dovuto. La magistratura contabile, invece, pretende il pagamento del 30%. Un costo troppo elevato per i concessionari, che hanno iniziato a protestare a viva voce. L'ultima chance è di trovare un accordo direttamente con la Corte dei Conti per tentare, eventualmente, di rateizzare su più anni il restante 10%. Il fatto è che entro venerdì la partita deve essere chiusa. In Senato è iniziata oggi il controllo dei 3.093 emendamenti che costituiscono la legge di stabilità. La votazione degli emendamenti dovrebbe iniziare stasera: poi ne dovrebbero arrivare una decina a firma del governo. Tra i partiti le posizioni restano distanti sul tema casa. E, se non si giungesse a un accordo sui fondi di sostituzione alla rata Imu, Letta sarebbe costretto a aumentare le accise su benzina, sigarette, alcolici, oltre ad aumentare gli acconti fiscali. Insomma, gli italiani subiscono una nuova scelta forzata: o la casa, o l'automobile.

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