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Matteo Salvini scatena il Vietnam in parlamento: l'arma segreta Borghi-Bagnai, può far saltare la maggioranza

Giulio Bucchi
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E Vietnam sia. Pd e M5s sfidano Matteo Salvini formando il governicchio giallorosso con Giuseppe Conte premier bis e Matteo Salvini già si sfrega le mani: tra Camera e Senato i leghisti faranno letteralmente "impazzire la maggioranza". Il Fatto quotidiano riporta un dettaglio che molti commentatori (e forse pure qualche onorevole) tende a dimenticare: "La Lega ha ancora la presidenza - e la avrà almeno fino a novembre/dicembre del 2020 - di molte commissioni di peso in Parlamento, undici per la precisione". Leggi anche: Capito perché Casini tifava Pd-M5s? Sarà lui l'uomo decisivo per la maggioranza Alla Camera, per esempio, il Carroccio guida "la fondamentale Bilancio con Claudio Borghi, poi Ambiente e Lavori pubblici (Alessandro Benvenuto), Trasporti e Telecomunicazioni (Alessandro Morelli), Attività produttive (Barbara Saltamartini) e Lavoro (Andrea Giaccone). In Senato, fari puntati su Affari costituzionali (Stefano Borghesi), Giustizia (Andrea Ostellari), Difesa (Donatella Tesei), Finanze e Tesoro (Alberto Bagnai), Istruzione (Mario Pittoni) e Agricoltura (Gianpaolo Vallardi). Una coabitazione molto scomoda, visto che Pd e M5s saranno chiamati ad approvare provvedimenti senza avere il controllo totale del Parlamento. Un presidente di Commissione ostile, infatti, può "rallentare l'iter di un disegno di legge accogliendo molte o tutte le richieste dell'opposizione sui pareri agli emendamenti" o addirittura "far arenare un decreto" e "mettere in votazione un provvedimento quando la maggioranza è fuori dall'aula o distratta", snaturando o affossando misure. E sulla manovra, un presidente di Commissione "può decidere sull'ammissibilità degli emendamenti e stralciare norme incoerenti per materia o tipologia". "Auguri", come twittò profetico Borghi lo scorso 18 luglio.

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