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Luciana Lamorgese e Giuseppe Conte, il piano per compiacere il Pd: smontare il decreto Sicurezza

Caterina Spinelli
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Il Viminale, ora che deve fare i conti con il Pd, è a un bivio. Luciana Lamorgese, da poco ministro dell'interno, non ha nascosto la volontà di seguire alcuni passi della linea politica di Matteo Salvini. Volontà però che ad oggi deve essere smorzata, perché dall'altra parte delle trattative c'è un partito che ha dimostrato tutte le intenzioni di abolire il decreto Sicurezza e Sicurezza bis. Un vero dilemma per la Lamorgese e per il premier Conte. Leggi anche: Maroni: "Luciana Lamorgese è una persona equilibrata" Secondo quanto scrive il Messaggero, però, l'idea dell'ancora presidente del Consiglio sarebbe un'altra: ovvero non abbattere col tritolo dalle fondamenta quanto fatto dalla Lega, ma di smontarlo pian piano pezzo per pezzo. A cominciare, però, proprio dal divieto di ingresso in acque italiane. Perché è vero che i decreti sono ancora in vigore, ma per impedire ad una nave Ong di solcare i nostri mari serve la firma di tre ministri (Viminale, Difesa, Mit). E, scrive il quotidiano romano, "i divieti di ingresso per le navi piene di profughi, motivati con il pericolo di infiltrazioni terroristiche, non arriveranno più". Per il resto, ovvero per le modifiche ai decreti secondo le indicazioni del presidente della Repubblica, ci vorrà del tempo. Conte teme che uno strappo sul tema immigrazione possa servire un assist a Salvini. 

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