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Alfano rifiuta il piano di Berlusconi: "E' una trappola"

Alfano e Berlusconi

Andrea Tempestini
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L'ultimo - solo in ordine cronologico - tesissimo faccia a faccia. Doveva essere la resa dei conti, che però, di fatto, si terrà sabato, al Consiglio nazionale del Pdl. I protagonisti sono Angelino Alfano e Silvio Berlusconi. Sul piatto, l'unità del partito nel suo movimento verso Forza Italia e, per Alfano, il sostegno alle larghe intese. Il Cavaliere avrebbe offerto il suo sostegno a Letta in cambio di avere pieni poteri nella nuova formazione politica, dove tutte le cariche verrebbero azzerate. Un piano che, però, non piace al vicepremier. E l'intesa sfuma. "Non ho garanzie" - "E' una trappola. Presidente, non possiamo accettarlo. Non abbiamo alcuna garanzia - avrebbe detto Angelino a Silvio - che non apriate la crisi, se è così ce ne andiamo". Alfano, così, ha respinto l'ultimo tentativo di mediazione del Cavaliere. Il tutto a Palazzo Grazioli, in tarda serata, in un vertice blindatissimo, al termine della consueta giornata di enorme tensione. L'incontro era iniziato poco dopo le 21. Alfano, per prima cosa, aveva chiesto il rinvio del Consiglio nazionale di sabato, forte dell'appoggio di molti parlamentari. Le tre condizioni - Il vicepremier, inoltre, al Cav ha posto tre condizioni. La prima: se il Consiglio si terrà, Berlusconi dovrà confermare nel suo discorso la fiducia al governo già accordata nella drammatica giornata del 2 ottobre. La seconda: nella nuova Forza Italia, Silvio dovrà garantire equilibrio, ossia varare il doppio coordinatore. La terza: nel passaggio a Forza Italia non si devono azzerare tutte le cariche, altrimenti - questo il timore di Alfano e filogovernativi - "finiremmo tutti nelle mani di Verdini e Santanchè". E, per loro, sarebbe la fine.  Le badilate di Fitto - Condizioni che però, Berlusconi, non può accettare in toto. Proprio così come Alfano non può accettare quanto proposto dal leader, poiché gli mancano le garanzie. E, dunque, la resa dei conti sarà sabato. Sullo sfondo continua il lavoro ai fianchi di Alfano del leader lealista, Raffaele Fitto, che a colloquio con Berlusconi avrebbe usato toni incendiari: "Sono dei traditori, e se tu accetti di spostare il Consiglio nazionale ti consegni mani e piedi ai carnefici". I lealisti, insomma, vogliono che sabato si vada alla resa dei conti. E Fitto non ha dubbi: "Silvio, molla i traditori".

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