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Luigi Di Maio, il retroscena: irritato con Giuseppe Conte: "Non saremo il partito delle tasse"

Cristina Agostini
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"Nessuno si muova". Un altolà, quello che si legge nel post di Luigi Di Maio, che è un ordine: un ordine rivolto non soltanto ai ministri Lorenzo Fioramonti, per le "tasse sulle merendine e sui voli", e Sergio Costa per il decreto ambiente, ma anche e soprattutto al premier Giuseppe Conte, che ha benedetto i progetti sulle nuove tasse. I Cinque stelle riferiscono che in realtà Di Maio non ce l'aveva con il presidente del Consiglio ma voleva soltanto sottolineare che con queste uscite si rischia di far passare il messaggio che il Movimento 5 stelle sia "il partito delle tasse", rivela il Corriere della Sera in un retroscena. Un pericolo troppo grande che il leader grillino non vuole correre visto che da mesi peraltro ha promesso un abbassamento della pressione fiscale. "Dobbiamo andare avanti compatti", tuona Di Maio rivolgendosi ai suoi, "senza deviazioni dagli obiettivi", "nessuno prenda iniziative se non concordate", soprattutto in tema fiscale. Leggi anche: Tajani? "Privo di fantasia": Sgarbi riaccende Forza Italia. È lui il vero erede di Berlusconi L'obiettivo però sembra Conte. Il premier è al centro della scena, è apprezzato dagli italiani e anche all'estero e la sua popolarità irrita molto Di Maio che teme gli possa scippare la leadership del Movimento.  

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