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Nicola Zingaretti, baratto Pd-M5s sul taglio dei parlamentari: in cambio il proporzionale puro?

Caterina Spinelli
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I Cinque Stelle possono reputarsi soddisfatti dopo il via libera del Pd al taglio dei parlamentari, presentato alla Camera il 7 ottobre. Una decisa accelerata, tanto che la riforma potrebbe vedere la luce addirittura il giorno dopo, momento in cui si cancelleranno 345 parlamentari (230 in meno alla Camera e 115 al Senato, ovviamente a partire dalla prossima legislatura). A pagare pegno è il Pd. Ma non solo. In realtà, infatti, l'accordo prevedeva che in cambio del voto sul taglio dei parlamentari - come riferisce Il Giornale - il M5s appoggiasse il Pd nell'elaborazione di una nuova legge che si preannunciava sbilanciata verso un proporzionale puro. Legge buona per rendere il più difficile possibile la vita alla Lega e Matteo Salvini, oggi primo partito per distacco. Leggi anche: Di Maio contro i suoi: "Io resto capo politico" Le promesse però sono mutabili e in agguato c'è sempre il centrodestra, che procede inarrestabile con la minaccia del referendum sulla legge elettorale per ottenere il maggioritario (anche Forza Italia, nonostante i tentennamenti di Silvio Berlusconi, ha deciso di percorrere questa strada). Sul tavolo della maggioranza pesano però altri dossier: tra cui la Nadef (l'aggiornamento del Def) che implica un aumento selettivo delle aliquote agevolate Iva (10% e 4%) solo parzialmente compensate dagli sconti per l'uso dei pagamenti elettronici. Tutto logicamente smentito dalla Presidenza del Consiglio. 

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