Cerca
Cerca
+

Filippo Roma aggredito dai militanti M5s, Filippo Facci: il vergognoso silenzio del Pd

Davide Locano
  • a
  • a
  • a

Se vuoi fare la iena, beh, allora fai la iena e non il coyote con la coda tra le gambe. Se vuoi atteggiarti a giornalista - che è cosa diversa da una iena televisiva - allora fa' il giornalista e mantieni la schiena dritta, cioè difendi il tuo lavoro senza caracollare penosamente e senza farti sballonzolare come un turacciolo nell' oceano. Insomma, ne abbiamo di tempo per sparlare del gregge grillino ignorante e vigliacco, lo facciamo da anni: per intanto mettiamo in chiaro che Filippo Roma, professione Iena, non ci fa particolare pena, anzi, non merita solidarietà più di tanto: perché se vai a palesemente a cercartela, va a finire - tu guarda - che la trovi, e che le tue pose vittimistiche sembrano solo patetiche. Riassunto: un inviato della trasmissione Le Iene (gente che di mestiere, anzitutto, disturba) sabato si è appalesato durante la festa grillina alla Mostra d' Oltremare di Napoli, e ha quindi cercato di fare il suo discutibile ma lecito lavoro (disturbare, appunto, e fare domande fuori luogo e senza vergogna) e ovviamente alla festa dei Cinque stelle era pieno di militanti dei Cinque Stelle, e pure dei più fanatici: altrimenti quel giorno avrebbero fatto di meglio. Leggi anche: L'aggressione alla festa M5s di Filippo Roma, il video Quello che è accaduto, oltretutto, sarebbe accaduto se la Iena fosse andata a Pontida a rompere le palle a Salvini o a una festa dell' Unità a rompere le palle a Zingaretti o persino a casa mia a rompere le palle a me. Cioè: tu vedi una Iena, cioè un intruso che non è neppure un già detestato giornalista - formalmente e praticamente, Le Iene non lo sono - e, anche se sei stupido, capisci che può solo venirne del male: che fai, gli stendi passatoie? PROFESSIONE VITTIMISTA Non ne avevano stese neppure ai giornalisti normali che si erano ammassati attorno a Virginia Raggi (sindaco di Roma, dicono) per raccogliere qualche sua dichiarazione: ai grillini i cronisti davano fastidio, erano sgraditi, i militanti cercavano spazio per stringere la mano e scattare una foto con la sindaca, contenti loro. E allora «Buffoni», «Via i giornalisti» e solito teatrino, ma quando hanno visto l' archetipo del teppismo giornalistico, l' inviato Filippo Roma, che è successo? Anche qui: niente di che, a guardare il video. Anzitutto il più violento è stato dapprima Filippo Roma (che ha fatto l' ariete per aprirsi un varco nel canaio) dopodiché gli uomini del servizio d' ordine più un paio di ragazzotti l' hanno sospinto via, mentre qualcuno gli urlava «venduto» (ma non faceva male) e un cerebroleso cercava di dargli una specie di sberla andata clamorosamente fuori bersaglio, ma inquadrata e ri-inquadrata al rallentatore dai vittimisti professionali delle Iene. Poi? In pratica basta, finita lì, anzi neppure iniziata: il servizio d' ordine l' ha accompagnato in un recinto riservato anche ad altri animali e, da dietro, il nostro coyote ha sporto il microfono verso la folla insultante mentre un vecchio stempiato ha cercato di dargli una pacca sul microfono. Di che stiamo parlando? Risposta: di codardi e di coyote da entrambe le parti. Perché, se vuoi menare uno, lo meni e basta: ma quello era solo un drappello di poveracci e bastava vederli, sono gli stessi che in genere picchiano solo da dietro una tastiera; d' altra parte, se non vuoi farti maltrattare, beh, non farti maltrattare, non fare il cedevole e patetico, opponi il tuo corpo ben piantato (sei alto uno e 90, Filippo) senza assumere quella postura lagnosa alla Corrado Formigli. VERSIONE DI COMODO Bene: ora siete pronti per sentire la versione della nostra Iena. Eccola. «Quando mi hanno visto è scattato il tentativo di linciaggio sono impazziti... so bene che mi odiano per le inchieste che ho fatto sui Cinque Stelle Se non fosse intervenuta la Polizia a salvarmi, non sarei qui a raccontarla. Ero circondato da 100 persone, chi si faceva sotto con pugni È stato davvero incredibile, io sto bene, solo un cazzotto mi ha sfiorato... nella storia politica italiana non c' è mai stato questo atteggiamento, neanche nei momenti più bui». Caro omonimo, fìdati: tu le botte non sai neanche che cosa sono, non le hai mai date, non le hai mai prese, soprattutto non ce le hai mostrate, né le hai rischiate. Forse prima di fare la Iena, quando ti occupavi della riscossione dei crediti per una piccola società del gas, te la sei vista molto peggio. Forse, nonostante una certa tua professionalità nel rompere il cazzo, devi farti ancora le ossa possibilmente senza fartele spaccare. Prova così: vai in Turchia alla festa del Partito Islamico a cercare di rompere le palle a Recep Erdogan. Poi riparleremo del linciaggio e dei tempi bui. Ps: il 24 marzo 2010, quando ero già un nemico dei grillini e in tv, in mia presenza, ritiravano gli ospiti, andai a un comizio milanese di Beppe Grillo in Piazza Duomo; raggiunsi la prima fila nonostante insulti e spintoni; e, l' indomani, l' incipit del mio articolo fu questo: «Buffone», «giornalista servo», «vai dal tuo padrone», «se ti metto una mano addosso...». Inventarsi un articolo su «l' Italia che odia», ora, non sarebbe difficile. Ma non darebbe un quadro veritiero». di Filippo Facci

Dai blog