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Pd-M5s, la mossa in Umbria: una legge per impedire a Meloni e Salvini di governare

Giulio Bucchi
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Blindare l'inciucio Pd-M5s alle regionali, anche nelle Marche. I giallorossi stanno cercando di esportare l'alleanza di governo inaugurata a Roma e dopo il patto già siglato per le elezioni in Umbria del 27 ottobre lavorano alacremente nelle vicine Marche, dove si voterà nel 2020. Per sicurezza, però, democratici e 5 Stelle si sono portati avanti approvando in Consiglio regionale una nuova legge elettorale che alza il premio di maggioranza dal 34 al 40%, tra le proteste del centrodestra.   Leggi anche:"Non vedo l'ora di incontrarvi". Di Maio verso l'Umbria, travolto d'insulti: anteprima del disastro? Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia, spiega il Fatto quotidiano, al momento del voto sono usciti dall'aula gridando, appunto, all'inciucio: il nuovo premio di maggioranza sarebbe infatti stato fissato "ad hoc per scongiurare giunte a trazione leghista". Il Fatto fa anche i nomi di due possibili candidati di Pd e M5s, il rettore del Politecnico delle Marche Sauro Longhi e la sindaca dem di Ancona Valeria Mancinelli ("Se c'è chiarezza - ha confermato lei - governo anche coi marziani). Per il centrodestra, invece, in base agli accordi sulle regionali a livello nazionale, il candidato dovrebbe essere espressione di Giorgia Meloni e FdI.

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