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Giuseppe Conte pronto a trattare con i Cinque Stelle: le ipotesi in campo per minimizzare la batosta-Ilva

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Caterina Spinelli
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Giuseppe Conte si trova in mezzo ai due litiganti: da una parte ArcelorMittal e dall'altra i parlamentari pugliesi del Movimento. La prima intenzionata a recedere il contratto con cui la lega all'ex Ilva dopo la rimozione del cosiddetto scudo penale (immunità necessaria per non incorrere in cause legali nel periodo necessario per il risanamento ambientale), i secondi intenzionati a chiudere il sito di Taranto. Eppure a doverci mettere la faccia è proprio il premier che, a ridosso dell'incontro con i vertice del colosso, si è presentato a sorpresa nella sede pugliese.  Leggi anche: Non è l'Arena, Telese contro Sallusti e Calenda sull'ex Ilva: "Mi sembrano nazisti" L'intenzione di Conte, appoggiato da Pd, Lega, Forza Italia, buona parte dei Cinque Stelle, insomma da tutti, è quella di andare incontro ad ArcelorMittal ed evitare una catastrofe che potrebbe mettere in serie difficoltà il governo. "L'investitore è tenuto a confrontarsi con le rappresentanze dei lavoratori", ribadisce Teresa Bellanova facendo eco a tutte le forze politiche. Conte ha diverse ipotesi sul tavolo, tutte e due verosimili: o accettare i 5mila esuberi chiesti dal big dell'acciaieria (cercando di minimizzare i licenziamenti) o nazionalizzare l'azienda. In entrambi i casi il premier bis dovrà fare i conti con Barbara Lezzi e quella fronda, da lei capitanata, decisa a chiudere i battenti dell'ex Ilva. Qualsiasi sarà la decisione, il suicidio politico di Pd e, in particolare, del Movimento pare scontato, perlomeno in termini di credibilità.

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