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Gianluigi Paragone contro Giuseppe Conte e Luigi Di Maio: "Mes, non lo voterò mai"

Caterina Spinelli
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Tornano gli attacchi interni al Movimento 5 Stelle. Ancora una volta a scalfire l'unità dei pentastellati è Gianluigi Paragone. Il dissidente per antonomasia, ai microfoni della trasmissione L'Italia s'è desta, ha riserbato critiche a tutti i suoi colleghi: da Luigi Di Maio (preso di mira da qualsiasi Cinque Stelle che si rispetti) a Beppe Grillo fino a Giuseppe Conte. Proprio contro i primi due il senatore ha scagliato la prima invettiva: "È il video del benaltrismo - ha esordito riferendosi al filmato in cui Grillo, tra parolacce e sproloqui, battezza Di Maio come unico leader, - del pensare al domani perché non sappiamo fare le cose oggi". Leggi anche: Mes, Borghi e il documento inedito: "Quanto soldi Conte ha promesso all'Ue" Ma Paragone non risparmia neppure il premier, reo di aver stipulato con l'Ue un presunto accordo segreto. "Adesso tutti diranno che il Mes non è pericoloso perché gli italiani stanno iniziando a capire, ed è partita la controinformazione. I membri del Mes godono di un'immunità totale, che non ha neanche il capo della Bce". Per il grillino la riforma pretesa in particolare dalla Germania è la conferma che "l'Ue col popolo e con la politica non c'entra nulla". Motivo questo per cui il senatore non la voterà mai per "non rovinare la vita degli italiani e non lasciare solo a Salvini la bandiera di una lotta di buon senso". Un aut aut quello di Paragone esplicitato nell'ultima frase: "Se sono diventati europeisti me lo devono dire e mi devono sbattere fuori". Una dichiarazione, questa, non nuova ma che esprime un sentimento ormai troppo comune all'interno del Movimento. 

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