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Matteo Renzi, da Open slavina politica: "Cosa stanno cercando gli inquirenti", la pista porta in Parlamento

Giulio Bucchi
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Le perquisizioni nelle sedi di Open in 11 città rischiano di trasformarsi in una slavina politica per Matteo Renzi. La Guardia di Finanza è entrata negli uffici della fondazione dell'ex premier e leader di Italia Viva a Firenze, Milano, Torino, Roma, Napoli, Parma, Bari, La Spezia, Pistoia, Alessandria e Modena e secondo le indiscrezioni gli inquirenti stanno cercando i documenti relativi ai finanziatori della Fondazione attiva tra il 2012 e il 2018 per sostenere le attività politiche di Renzi. Non solo: fari puntati anche sulle ricevute di versamento da parte di alcuni parlamentari renziani, che dimostrerebbero come Open abbia agito negli anni come "articolazione di un partito politico".   Leggi anche: "Non è la prima volta". Di Maio sgancia la bomba su Open: il governo cade a gennaio? I versamenti di numerosi imprenditori all'avvocato Alberto Bianchi, presidente della Fondazione, sotto forma di consulenza professionale, sarebbero finiti nelle casse di Open e avrebbero poi sostenuto finanziariamente l'ascesa politica dell'allora sindaco di Firenze: con quei soldi pagò, tra il 2012 e il 2018, le spese per le convention renziana della Leopolda, le due campagne per le primarie del Pd che poi hanno portato all'elezione a segretario di Renzi (2012 e 2013) e pure la campagna elettorale per il referendum costituzionale del 2016, poi perso rovinosamente. L'elenco dei finanziatori della Fondazione Open è stato sequestrato nel settembre scorso nell'ufficio fiorentino di Bianchi, che risulta indagato per traffico di influenze illecite (articolo 346 bis del codice penale).

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