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Luigi Di Maio crea la "polizia segreta" del M5s: obiettivo, cacciare i dissidenti

Marco Rossi
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Luigi di Maio non si fida più dei gruppi parlamentari. E vuole una Stasi (la principale organizzazione di sicurezza e spionaggio della Germania dell'Est) grillina per scovare deputati e senatori ribelli. Lo scrive l'edizione on line del Giornale di sabato 21 dicembre.  Nel primo incontro (domenica 15 dicembre al Tempio di Adriano di Roma) a porte chiuse con i facilitatori, il ministro degli Esteri consegna un messaggio: "Aiutatemi a beccare i traditori. Segnalatemi i parlamentari riottosi". Più che una strategia di rilancio del Movimento, Di Maio assegna ai facilitatori (più della metà sono fedelissimi e arrivano dalla Campania) un altro compito: monitorare, controllare, e seguire presunti ribelli. Realizzare report settimanali. Raccogliere gli sfoghi dei dissidenti. Con l'obiettivo di anticipare le punizioni. E dunque le espulsioni. Leggi anche: Maria Giovanna Maglie su Luigi Di Maio Il team del futuro, la struttura che dovrà affiancare il capo politico dei Cinque stelle nella nuova fase del Movimento, rischia di trasformarsi in un Grande Fratello: un gruppo di spie a caccia di ribelli. La priorità per Di Maio non è fermare l'emorragia di parlamentari tra Palazzo Madama e Montecitorio. Ma mettere alla porta i contestatori. Oggi è in programma il secondo vertice tra Di Maio e i 18 facilitatori che costituiscono la nuova organizzazione del Movimento. L'appuntamento è a Roma. Pranzo e pomeriggio insieme, sarebbe il programma. Ma il luogo, ad ora, resta top secret. Una riunione per fare un primo bilancio sull'attività investigativa dei facilitatori. Mentre a gennaio saranno scelti i facilitatori regionali. Più viene meno il controllo sulla pattuglia parlamentare, più si indebolisce la leadership di Di Maio.

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