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Bruno Vespa, dopo Lorenzo Fioramonti parte l'esodo dei 5 Stelle. Luigi Di Maio pronto a staccare la spina

Cristina Agostini
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Lorenzo Fioramonti, "si dice, con qualche ragione, che sia un apripista e che voglia costituire alla Camera un gruppo di deputati a sostegno del presidente del Consiglio. Nobile proposito", scrive Bruno Vespa nel suo editoriale su Il Giorno, "se non fosse che Conte è uomo del M5S e da esso è stato portato a palazzo Chigi. Perché dunque andarsene per offrire un sostegno che già esiste?".  "Poiché i cambi di bandiera hanno sempre un tratto inelegante, ecco manifestarsi l'embrione non del partito di Conte (ricordate gli errori di Dini e Monti?), ma di una lista Conte apparentata alle prossime elezioni con il Partito democratico", aggiunge il direttore di Porta a Porta. "Non è un fatto che già oggi il presidente del Consiglio sia molto più in sintonia con Zingaretti (che non lo voleva a palazzo Chigi) di quanto non sia con Di Maio che a palazzo Chigi l'ha imposto? È la politica, bellezza". Leggi anche: La "cosina" di Fioramonti: il gruppetto di eco-gretini che spacca il Movimento Ora non resta che attendere "nelle prossime settimane se cresceranno i transfughi in direzione di Salvini e quelli in direzione Conte. In questo caso il Movimento 5 Stelle, perdendo pezzi a destra e a manca e dimostrando una prevedibile fragilità alle elezioni regionali, rischia di trasformarsi in una 'Mica Ficus Benjamina' delle Hawaii, una preziosa pianta disidratata del tutto incapace di produrre ossigeno. E senza ossigeno, che politica si fa? Per questo, alla fine, potrebbe essere proprio Luigi Di Maio, che regge con dignità la bandiera ferita del Movimento, a staccare la spina".

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