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Lucia Borgonzoni: "Perché in Emilia Romagna vinceremo, chi sono davvero quelli del Pd"

Davide Locano
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«Sento profumo di vittoria, è tutto un crescendo. Lo capisco dalle chiamate che mi arrivano ogni giorno, il telefono è impazzito. Per soddisfare le richieste di tutti quelli che mi vogliono incontrare avrei bisogno di un altro anno e mezzo di campagna elettorale. Molti li vedrò dopo il voto». Chi la cerca? «Imprenditori, coop, associazioni di professionisti e commercianti, enti sociali Tutti». Se vince in Emilia-Romagna sarà il miracolo di San Matteo o di Santa Lucia? «Nessun miracolo. La sinistra ha abbandonato questa terra. Si è chiusa nei Palazzi. Per il Pd esistono solo i centri storici dei capoluoghi emiliani. Non è solo una questione di periferie trascurate: tutta la Romagna e l' Appennino sono stati mollati dai dem». La Chiesa si è schierata contro di lei però. Difende il blocco di potere cattocomunista di cui fa parte e che da sempre governa la Regione? «Francamente, quando i vescovi hanno giustamente fatto appello all' utilizzo di un linguaggio privo di offese e falsità ho pensato che ce l' avessero più che altro con i miei avversari. La sinistra in questa campagna elettorale ce ne ha dette di tutti i colori». Poi però ha attaccato i sovranisti «La curia non è la Chiesa. La maggioranza dei fedeli, e dei parroci, della mia terra è vicina alla Lega. I preti, che vivono il territorio e conoscono le tribolazioni e le esigenze dei cittadini, sanno che la questione in Emilia-Romagna non è il sovranismo ma i problemi delle persone». È una campagna elettorale senza esclusione di colpi bassi, se lo aspettava? «La sinistra non può permettersi di perdere a Bologna, che è la sua Stalingrado, e il fatto che sia prossima alla capitolazione l' ha mandata fuori di testa, facendole alzare i toni dello scontro. I dem girano i salotti televisivi pontificando su quanto dobbiamo volerci bene e accusando la Lega di linguaggio violento, ma in questi due mesi mi hanno detto di tutto». Cosa le ha dato più fastidio? «Il fatto che molte donne di sinistra abbiano un concetto a senso unico della solidarietà, perciò se sei una donna di centrodestra puoi essere insultata come se niente fosse. Ecco, questo lo trovo inaccettabile. Sono stata raffigurata come una sorta di velina, al punto che perfino Emma Bonino ed Elisabetta Gualmini sono intervenute per fermare le bassezze nei miei confronti e contenere anche il mio rivale, Bonaccini. Pensi che in una didascalia Repubblica mi ha qualificato semplicemente come un lato b, appendice di Salvini. Hanno perfino spezzettato e rimontato pezzi dei miei discorsi perché non si capisse nulla e per farmi fare la figura dell' oca. Se la sinistra è diventata questo, si capisce perché il vero popolo di sinistra oggi vota Lega». Cosa ne pensa del titolo di Repubblica "Cancellare Salvini"? «Mi spaventa. Comunque lo si giri, è inquietante. Che significa cancellare? Tappargli la bocca? Eliminarlo fisicamente? E questi sarebbero quelli che si battono contro il linguaggio dell' odio e per la fratellanza universale». Bolognese doc, 43 anni, Lucia Borgonzoni si è fatta tutta la trafila nella Lega, arrivando fino al governo, come sottosegretario ai Beni Culturali. Potrebbe passare alla storia come il primo politico di centrodestra che fa cadere il fortino rosso dell' Emilia-Romagna. Il fatto che sia una donna rende la prospettiva ancora più indigesta alla sinistra, che l' ha insultata in ogni modo. I democratici l' hanno paragonata al cavallo di Caligola nominato senatore, il sindaco di Milano, Sala, ha detto che non sa neppure da che parte è girata, Zingaretti l' ha definita una controfigura e il ministro europeista Gualtieri sostiene che gira con il badante, che poi sarebbe Salvini. I complimenti dei cavalieri democratici non sembrano però scuoterla più di tanto. «Mi preoccuperò quando smetteranno di insultarmi» spiega, «perché significherebbe che non hanno più il terrore di perdere. Attaccare me e Salvini sul piano personale è solo uno stratagemma per non entrare nel merito dei problemi dell' Emilia-Romagna, perché la sinistra, che la governa da sempre, non saprebbe come giustificarsi». Come non riesce a giustificarsi del caso Bibbiano? «È evidente che il Pd non ha responsabilità penali nella vicenda, e ci mancherebbe che non fosse così Però certi bambini sono stati sottratti ingiustamente ai genitori sulla base di un pregiudizio ideologico tipico della sinistra, convinta di essere superiore moralmente e quindi che i suoi principi educativi devono essere i soli. L' organizzazione che ha tolto ai minori papà e mamma per affidarli a coppie ritenute più adatte fa parte di un sistema culturale e di potere che tiene questa regione sotto una cappa da settant' anni. Votare centrodestra in Emilia-Romagna significa votare per la libertà». Perché avete deciso di fissare a Bibbiano uno degli appuntamenti più importanti della campagna elettorale? «Perché quanto successo non può essere derubricato a incidente, come sta tentando di fare il Pd. C'erano dei campanelli d' allarme che sono stati sottostimati. Noi della Lega mettevamo in guardia da tempo le istituzioni su quanto stava accadendo. Non bisogna minimizzare, ci sono 26 indagati e 108 capi d' imputazione, intercettazioni agghiaccianti e accuse gravissime da parte dei pm. L' ho denunciato anche in Parlamento, sfoggiando la maglietta "parliamo di Bibbiano". E poi, francamente, uno fa i comizi dove vuole. Dobbiamo chiedere il permesso al Pd o alle sardine per fare campagna elettorale?». Altro tema caldo del voto di domenica prossima è il caso Gregoretti. Davvero se il Parlamento deciderà di processare Salvini la Lega potrebbe beneficiarne in Emilia-Romagna? «Sulla vicenda la sinistra è più pusillanime che comica. Salvini non vuole essere processato mentre il Pd lo vuole alla sbarra, però adesso sembra che mandarlo a giudizio sia un favore e non l' attuazione di un disegno anti-democratico dei dem, visto che incriminare il capo dell' opposizione per le sue azioni politiche è tipico delle dittature». Ma sarebbe un vantaggio o no per lei l' incriminazione dell' ex ministro? «La questione immigrazione e sicurezza nella nostra regione è molto importante, perché la gente ha paura. La sinistra però deve avere il coraggio delle sue azioni e delle sue idee. Non può processare Salvini e pretendere di non risponderne all' opinione pubblica». Cosa succede il 27 gennaio a Bologna se lei vince? «Sarà una grande festa della democrazia. Il 25 aprile dell' Emilia-Romagna. E inizieremo subito a lavorare. Le priorità sono detassazione e sburocratizzazione. In tema fiscale vogliamo essere anche in Emilia-Romagna coerenti col nostro progetto nazionale superando i 5 scaglioni con 5 aliquote. Il primo passo è quello di arrivare ad una Flat Tax all' 1% per l' Irpef Regionale in 3 anni, per poi azzerarla. In altre parole: 400 milioni di tasse in meno all' anno agli emiliani e ai romagnoli, per sostenere i consumi, il lavoro e la produttività. Questo provvedimento, insieme al taglio per un anno dell' IRAP per il totale dei costi che ogni azienda sostiene per formare un giovane uscito dalla scuola, rappresenta il nostro modo concreto di sostenere giovani imprese e lavoro. Se poi l' azienda assume un giovane a tempo indeterminato il taglio IRAP è esteso a 3 anni. 200 milioni è il valore annuo dell' investimento». E cosa succede il 27 gennaio in Italia se vince la Lega: cade il governo? «Il voto del 26 gennaio è un voto degli emiliani e dei romagnoli per l' Emilia-Romagna. Ma è chiaro che chi di dovere dovrà fare le sue considerazioni. Non si può continuare a ignorare la volontà dei cittadini, anche perché dal 4 marzo 2018 a oggi i giallorossi hanno perso sempre». La preoccupano le sardine? «È un fenomeno tutto interno alla sinistra, che non ci toglie un voto. L' ho detto fin dal primo giorno, quando ho visto le facce di chi era sceso in piazza con loro. Il nuovo che avanza non può avere come padre tutelare Romano Prodi. L' unica cosa che non ho capito è se sono state studiate a tavolino da tempo o solo dopo che Bonaccini ha deciso di presentarsi nascondendo il simbolo del Pd. In ogni caso, sono il simbolo del fallimento dei dem in Regione». Perché secondo lei Bonaccini è fuggito dal suo Pd? «Lo vedeva come un male, la manovra del governo giallorosso sembra fatta apposta per punire l' Emilia-Romagna. Si pensi alla plastic e alla sugar tax. L' altro giorno ero in un' azienda del riminese, leader nel settore dei semilavorati per gelaterie e pasticcerie. Utilizzano 350mila chili di zucchero e 300mila imballaggi di plastica all' anno. Lei pensi che danno subiranno da plastic e sugar tax. Idem per tanti altri comparti. Il Pd ha utilizzato la nostra regione come un bancomat. Adesso però vedo che nell' ultima settimana ci sarà una processione di parlamentari dem in Regione. Evidentemente i sondaggi gli dicono così male che ha chiamato il soccorso rosso». E i grillini, spariti? «L'alleanza con il Pd li ha uccisi. Il Movimento, soprattutto qui in Emilia-Romagna, è nato contro i dem. Quando ha deciso di farci comunella, ha firmato il proprio suicidio». Ma l'Emilia-Romagna va bene o va male? «Quello che va bene funziona nonostante il Pd e grazie alla nostra classe imprenditoriale, al genio creativo e alla cultura del lavoro degli emiliani e dei romagnoli. Il mio avversario del Pd, poi, ignora o finge di ignorare che la cassa integrazione è cresciuta del 268% in un anno, abbiamo perso 2.875 aziende e 1.689 attività commerciali tra il 2018 e il 2019». Lei ha attaccato la sanità, che pure risulta tra le migliori del Paese «La sanità ha un problema gestionale. Abbiamo liste d' attesa di anni. Casi segnalati di esami pre-parto che vengono fissati dopo la gravidanza, persone mandate a 70 chilometri di distanza, magari reduci da operazioni, punti nascita tagliati, ospedali di montagna svuotati di servizi. L' altro giorno a Bologna una donna ha atteso al pronto soccorso 19 ore per una sospetta colica renale. È accaduto addirittura che venisse svelato il nome di un primario con mesi di anticipo rispetto alla selezione pubblica. C' è qualcosa che non va. Noi vogliamo portare un modello di sanità più vicina al cittadino. Oggi se non hai i soldi, non vieni visitato in tempo utile. Basta con la sanità di serie A e di serie B». C'è una cupola che governa la Regione? «C'è una burocrazia monocolore che decide tutto. Sa che da noi i giornalisti sono in grado di indovinare mesi prima chi vincerà un concorso pubblico? Il sistema Bologna è un meccanismo di cooptazione che dà spazio solo a chi appartiene alla sinistra, lasciando fuori tutti gli altri. Questo è il nostro punto di forza principale: ci battiamo per un' amministrazione e una società con pari diritti. Forse per questo prendiamo i voti di chi è di sinistra davvero e non soltanto per interesse». Perché la sinistra non vi rinfaccia più il Papeete? Forse si è accorta che è un fiore all' occhiello nel ramo turistico, fondamentale per la Regione, e che emiliani e romagnoli ci vanno, quindi attaccarlo è un autogol? «Con questa storia del Papeete il Pd ha mancato di rispetto a migliaia di persone che, ogni anno, frequentano il locale e la riviera per un divertimento sano e genuino. È la solita tecnica: gettare fango quando non si hanno argomenti per contrastare gli avversari politici. Ma la gente l' ha capito. Il 26 si cambia, per davvero». di Pietro Senaldi

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