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Immigrati, nuovo sbarco della Ocean Viking. Di Maio parla da leghista: "Riaprire il negoziato con l'Ue"

Gabriele Galluccio
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Ricominciano gli sbarchi. Dopo quattro giorni di mare, ieri a Pozzallo, nel Ragusano, ha attraccato la Ocean Viking, la nave di Medici senza frontiere ed Sos Mediterranee con a bordo i 39 migranti soccorsi venerdì a 35 miglia dalle coste libiche mentre viaggiavano su una piccola imbarcazione in legno. La Ocean Viking è arrivata in porto alle 8,30 di ieri e in mattinata si sono concluse le operazioni di sbarco. Gli immigrati provengono prevalentemente da Bangladesh e Marocco, un migrante viene dall'Egitto e uno è somalo. Tra di loro anche 19 minori e cinque donne, una delle quali è stata trasferita in ospedale a Modica perché, secondo quanto riferisce il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, «sarebbe stata vittima di indicibile violenza in Libia». Intanto, il Viminale ha fatto sapere che «Francia, Germania e Lussemburgo hanno dato la loro disponibilità ad accogliere i 20 migranti ricollocabili sulla base dell'apertura della procedura di redistribuzione livello europeo». Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è tornato sulla questione della redistribuzione degli immigrati sbarcati sulle nostre coste. «La Commissione Ue ha riaperto il negoziato in materia di migrazione e asilo e presto si arriverà a un nuovo patto europeo sulla questione migratoria», ha scritto in un lungo post su Facebook. «Il nostro Paese, scrive il ministro degli Esteri, ha «pagato colpe che non avevamo ed oggi all'Ue abbiamo inviato un messaggio chiaro: senza l'Italia, l'Ue non può farcela, e per questo ci aspettiamo che le nostre richieste siano accolte». E quali sono le richieste avanzate dal governo? «Innanzitutto, va superato il trattato di Dublino e il principio che chi prima accoglie, poi gestisce; poi ci sono i rimpatri volontari. L'Ue deve occuparsene ricorrendo a Frontex e lo deve fare elaborando una lista di Paesi sicuri dove rimpatriare, come abbiamo già fatto in Italia, al fine di velocizzare le operazioni; in questo senso, vanno pensati anche degli incentivi a livello Ue nei confronti di quei Paesi africani, e non solo, che si mostrano disposti a ricevere il rimpatrio. Incentivi commerciali o sulla politica dei visti». Secondo Di Maio, inoltre, «servono più soldi nel bilancio Ue sull'immigrazione, più risorse per aiutare i Paesi di origine. Bisogna prevenire, giocare d'anticipo, incidere sulle ragioni delle migrazioni». In ogni caso, il responsabile della Farnesina conferma che «l'Italia è il Paese che ha più subito in Europa la crisi migratoria degli ultimi 10 anni, in particolare da quando nel 2011 qualcuno bombardò la Libia. Ho incontrato il vicepresidente Schinas e la commissaria agli Affari Interni e per le Migrazioni, Ylva Johansson, ai quali ho riportato un concetto molto semplice: l'Italia è il Paese che ha dato di più in questi anni ed è stata lasciata sola, ora tocca a qualcun altro». Parole quasi leghiste quelle affidate a Facebook dal responsabile degli Esteri. Che poi rincara la dose: «Anche perché il nostro Paese rientra tra i 5 che hanno accolto più migranti in Unione Europea, ma le richieste di asilo sono più alte altrove, ad esempio in Francia, e ciò dimostra che gran parte delle persone che sbarcano sulle nostre coste non hanno intenzione di restarci, anzi vogliono poi andarsene nel Nord Europa». Intanto, per ora gli sbarchi proseguono qui. di Lo.S.

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