La tensione è alta all'interno del Movimento 5 Stelle, che deve smaltire le scorie del voto in Emilia Romagna e Calabria e riorganizzarsi dopo le dimissioni di Luigi Di Maio dal ruolo di capo politico. Proprio dalla cerchia del ministro degli Esteri filtra un sentimento di irritazione nei confronti di Giuseppe Conte, che sembra essersi dimenticato di essere finito a Palazzo Chigi proprio grazie ai grillini. Il premier ha aperto a Nicola Zingaretti, invitando il Movimento ad unirsi ad un fronte anti-destre. Per approfondire leggi anche: Conte come Zinga, vince chi non combatte Secondo la ricostruzione de La Stampa, tale mossa viene letta come una pugnalata alle spalle dai fedelissimi di Di Maio: "Dire certe cose dopo le regionali, con il risultato che abbiamo avuto, è stata una mossa scorretta. Così ci condanna a fare da stampella al Pd". Invece l'ormai ex capo politico non vuole sentir parlare di alleanza strutturale con il centrosinistra, né a livello nazionale né alle prossime regionali. Ma deve fare i conti con alcuni grillini che dai gruppi parlamentari hanno iniziato il pressing per correre in coalizione con il Pd in Campania, Liguria e Puglia, dove si voterà a maggio 2020. Per questo motivo, sempre secondo La Stampa, Di Maio vorrebbe posticipare gli Stati Generali, previsti per il 13 marzo: ciò gli permetterebbe di avere più tempo per organizzare le truppe e scongiurare il pericolo di una linea filo-Pd.
