Cerca
Logo
Cerca
+

Coronavirus, Rocco Casalino dietro gli errori di Giuseppe Conte? La ricostruzione

Davide Locano
  • a
  • a
  • a

Errori inanellati a raffica, uno dopo l' altro. Qualcuno per propria scelta, la maggiore parte per l' inadeguatezza dei consiglieri. Giuseppe Conte sta affondando giorno dopo giorno nell' emergenza coronavirus fra gaffe, frasi inopportune, scelte epocali e soprattutto una continua sovra esposizione mediatica che a parte nuocergli (meno male), fa danni purtroppo all' intera Italia. La regia di questa scelta suicida porta una firma inequivoca: quella del maniacale regista delle mosse del premier, Rocco Casalino, portavoce di palazzo Chigi. Quando divenne premier Conte non aveva alcuna idea di come muoversi in pubblico, e tragicamente si affidò al suo uomo comunicazione come un burattino fa con il suo burattinaio. Ricordano ancora un po' sgomenti quale fosse il peso di questa vera e propria regia i poveri terremotati del Centro Italia, quando videro speranzosi Conte all' inizio del suo mandato venirsi a fare una promettente passeggiata da quelle parti. Leggi anche: Coronavirus, la Borgonzoni contro Giuseppe Conte PROTAGONISTA Videro lì sbracciarsi il suo portavoce, farlo girare in camicia con le maniche arrotolate come si fosse sul set di un film, combinare un incontro che facesse scenetta con una nonna terremotata, urlare e sbraitare perché non si avvicinasse mai all' allora semplice presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti perché l' obiettivo dei fotografi non avrebbe mai dovuto inquadrarli insieme (allora il governo era con Matteo Salvini e il Pd era il nemico numero uno). Si è rivista la stessa grottesca regia e la stessa fiction nel week end nella sala operativa della protezione civile, in cui Conte è stato costretto per ragioni di immagine a restare quasi murato sabato e domenica per passare da un collegamento all' altro con qualsiasi trasmissione televisiva senza fare torto ad alcuna rete o conduttore. L' idea di Casalino era quella di dare al popolo l' idea di un premier in trincea al fianco delle loro paure e difficoltà, pensando di farne accrescere gradimento e popolarità, avendo in testa l' immagine del Silvio Berlusconi de L' Aquila e di Onna all' apice della sua popolarità durante i giorni tragici del terremoto de L'Aquila. Un'operazione di immagine che si è rivelata un vero e proprio boomerang. Conte ci ha messo del suo con la gaffe della accusa a quei poveretti del pronto soccorso di Codogno che da due giorni disperatamente sta provando a rimangiarsi parzialmente (guai a dire che lui ha sbagliato e chiedere scusa, sono stati i media «ad estrapolare una frase impropriamente»). Ma quella immagine del premier italiano con un ipotetico elmetto in testa in trincea per ore e ore ha dato l' impressione di un governo italiano in guerra con il coronavirus come si trattasse di avere le truppe dei lanzichenecchi alle porte di Roma. Dall' estero vedendo quelle immagini hanno pensato che qui ci fosse un conflitto mondiale e naturalmente hanno cominciato ad avvisare quando non intimare i propri concittadini di non mettere piede in Italia fino a nuovo avviso, dando una spallata ulteriore alle difficoltà della nostra economia. Una vera e propria Caporetto comunicativa i cui danni sembrano già ora incalcolabili. Stesso effetto la scelta di tenere lì gran parte del consiglio dei ministri e di legare ogni attività pubblica del governo italiano al coronavirus. A parte che restare ore ed ore nella sala operativa della protezione civile italiana non serve a nulla né al premier né ai ministri che se non ci fossero i collegamenti tv non saprebbero nemmeno cosa fare (non servono a nulla e disturbano chi lavora), è un po' difficile poi dire agli italiani che si stanno facendo prendere dalla psicosi collettiva, che non stiamo vivendo nessuna emergenza nazionale. Fosse così, che diavolo ci farebbero premier e governo giorno e notte alla protezione civile? I PRECEDENTI Non si è comportato così nessun governo quando c' è stato il terremoto, che ha fatto ben più vittime e disastri del coronavirus, e in quel caso magari sarebbe servita un po' più di attenzione operativa dell' esecutivo almeno per non essere dopo quattro anni più o meno nelle stesse condizioni del giorno dopo. Non è noto invece chi sia stato il consigliere dell' altra decisione più infausta adottata dal governo, quella di interdire tutti i voli da e per la Cina adottata a fin e gennaio in pieno marasma governativo con la terza ordinanza consecutiva e contraddittoria in pochi giorni sulla stessa materia. Si è sospettato anche in quel caso Casalino, ma ora a Conte è scappato che a suggerirla sia stata "la Scienza". Ovvio che le due cose si escludono, ma il nome dello scienziato che ha impedito da quel giorno alle autorità sanitarie di avere la lista precisa dei passeggeri che arrivavano dalla Cina, causando con ogni probabilità la diffusione del virus, prima o poi dovrà venire fuori. Perché qualcuno in Italia sotto processo dovrà andare. Senza prescrizione... di Monica Franchi

Dai blog