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Berlusconi, striscione a Palazzo Grazioli: "E' colpo di Stato". Rimosso dalla polizia

Ignazio Stagno
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Il B-Day per la decadenza di Silvio Berlusconi da palazzo Madama assume sempre più i toni di una resa dei conti. Da un lato la maggioranza, il governo, Pd e M5S pronti col fucile in mano per far far fuori Silvio dal Senato. Dall'altra parte c'è il popolo di Forza Italia che vuole stringersi vicino al suo leader nel giorno più duro degli ultimi vent'anni. Ma la libertà di espressione e soprattutto di protesta del popolo del centrodestra non è stata compresa. Anzi è stata moderata per bene. Il primo episodio che fa discutere è la rimozione da parte della polizia di uno striscione con la scritta "E' un colpo di Stato" affisso dagli organizzatori della manifestazione pro Cav sulla facciata di palazzo Grazioli. Durissima la reazione della Santanchè: "Questo ormai è uno Stato di polizia". E ancora: "E' vergognoso il sequestro dello striscione previsto per la manifestazione pacifica di oggi a Palazzo Grazioli", ha proseguito la Santanché. "Che ci sia una sorta di controllo politico ad opera delle forze dell'ordine rispetto ad una manifestazione pacifica come quella a sostegno del leader di Forza Italia, è indegno di un Paese civile ed è palesemente contrario all'agibilità democratica e alla costituzione che prevede espressamente il diritto di pensiero e di parola".  Guarda le foto nella Gallery Pullman bloccati -  A questo punto nel mirino dei falchi finisce Angelino Alfano. Lui è il vicepremier, ma soprattutto è il ministro degli interni, il numero uno del Viminale, ergo colui che predispone l'opera di sicurezza nei cortei e nelle manifestazioni. Dopo il caso dello striscione a far saltare il banco è stato anche il blocco dei pullman dei sostenitori di Silvio che sono stati lasciati fuori dal centro di Roma dalle forze dell'ordine. Furia Fi contro Alfano -  E così, i falchi, hanno capito che forse dal Viminale, e da parte del ministro degli Interni c'è forse un eccessivo zelo nella gestione della manifestazione. L'indignazione da parte dei capigruppo alla Camera e al Senato di Forza Italia si traduce in una richiesta di un'interrogazione ad Alfano. "Apprendiamo la notizia - scrivono Romani e Brunetta in una nota congiunta - giudichiamo molto grave quanto accaduto e, in attesa di chiarimenti, preannunciamo sin d'ora interrogazioni urgenti al ministro dell'Interno, Angelino Alfano, affinché venga fatta piena luce su questo inaccettabile episodio", concludono. Luca D'Alessandro, deputato azzurro e capo ufficio stampa di Forza Italia commenta così l'accaduto: "Mi auguro che episodi di questo genere non si verifichino più e venga ripristinata quanto prima la possibilità di esprimere liberamente ai manifestanti pensieri, opinioni e idee". "Ci boicottano" - Ma le polemiche non si spengono. C'è chi parla anche di un vero e proprio boicottaggio: "Continua un indegno e vergognoso boicottaggio. Prima hanno costretto i pullman dei nostri sostenitori a parcheggiare a Cinecittà. Ora hanno spento le macchine dei biglietti e chiusi gli uffici della Metro A alla fermata Cinecittà-Anagnina". E' quanto si legge in una nota dell'ufficio stampa di Forza Italia.  Blitz a palazzo Grazioli - Intanto la tensione fuori palazzo Grazioli non diminuisce. Undici persone sono state fermate dalla polizia in via del Plebiscito a Roma dopo aver tentato un blitz nella residenza del Cav. Due persone hanno tentato di entrare nella residenza dell'ex premier mentre altri quattro hanno distratto le forze dell'ordine attirando la loro attenzione sotto il palco. Secondo quanto si è appreso si tratta di 11 lavoratori napoletani e casertani del consorzio Bacino per lo smaltimento e la raccolta dei rifiuti in Campania. Uno dei fermati all'interno del commissariato Trevi di Roma ha tentato di darsi fuoco ma è stato fermato dagli agenti. Non è la prima volta che i lavoratori del consorzio Bacino portano la loro protesta a Roma nel centro storico. 

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