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Renzi sull'Italicum alza la soglia per fregare Berlusconi

Renzi e Berlusconi

Ignazio Stagno
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Il patto de Nazareno siglato lo scorso 18 gennaio tra Silvio Berlusconi e Matteo Renzi rischia di saltare. L'accordo sulla riforma elettorale di fatto è ormai attende di diventare legge in Aula. Ma la pioggia di emendamenti presentata dalla sinistra dem rischia di mandare tutto in fumo. Finora è questo l'alibi che Matteo Renzi usa per difendersi dalle accuse di chi afferma che "alla fine lo storico incontro col Cavaliere si concluderà con un buco nell'acqua". Per fare chiarezza in questa bagarre di emendamenti, proposte, sbarramenti e soglie per il ballottaggio serve ricordare che l'esecutivo e la maggioranaza sono ad un bivio: o si fa la riforma oppure si va al voto immediatamente. Il bluff di Renzi - Renzi dopo aver esultato per l'accordo con Silvio ora passa le sue giornate ad avvisare tutti che se gambetto ci sarà arriverà proprio dalla sinistra del Pd ma soprattutto dall'azione dei piccoli partiti. In realtà a quanto pare quella di Renzi pare essere ormai una vera e propria retromarcia. Il rottamatore su molti punti sta provando a cambiare le carte in tavola. Soprattutto se confontate con il "tavolo da gioco" dello scorso 18 gennaio. Renzi sulle preferenze tiene il punto ma sulle soglie di sbarramento in realtà prova ad organizzare una trappola per il Cav. Forza Italia si è irrigidita, vero, ma è vero anche che il Pd ha chiesto cambiamenti considerevoli al testo iniziale. Non sulle preferenze, inaccettabili, ma sulla soglia per ottenere il premio di maggioranza dal 35 al 38%, sulle primarie facoltative e sulla delega al governo per la ridisegnazione dei collegi. Ed è sulla soglia per il premio che Forza Italia non accetta un innalzamento della soglia. Il 35 per cento da parte della coalizione di centrodestra è facilmente raggiungibile, ma il 38, secondo i sondaggi, pare essere un traguardo per il momento troppo lontano. Renzi invece preferisce una soglia più alta perchè in questo modo può far fuori il Cav. La trappola - Matteo intanto continua nel suo bluff, incolpare gli altri per poi uscire da martire dopo la battaglia per l'Italiacum. Già qualche giorno fa Maria Elena Boschi aveva incontrato Denis Verdini per trattare alcuni aggiustamenti sulla bozza del Nazareno. Il risultato è stato un sonoro "no" da parte di Forza Italia. Renzi però accusa: "Chi vuol far saltare tutto lo dica". In realtà probabilmente quello che vuol far saltare tutto è proprio lui. Il governo dopo le dimissioni del ministro De Girolamo è debolissimo. E Renzi pensa bene di portare il Paese alle urne pur facendo naufragare l'Italicum. Silvio vince comunque - Il Cav in questo momento ha il vento in poppa dei sondaggi ma preferisce una linea prudente. Prima del ritorno alle urne Silvio vuole avere una macchina da guerra affidabile e un partito compatto. Per questo ci vorrà del tempo. Ed è così che Renzi, nelle segrete stanze di palazzo Vecchio, ha deciso di mettere il piede sull'acceleratore. Far saltare tutto per presentarsi al voto. Ma rischia di bruciarsi. Il fallimento del patto del Nazareno riguarderebbe solo Renzi. E' il rottamatore che da settimane cerca di intestarsi le riforme. Se dovessero saltare il fallimento sarebbe suo. Non del Cav. E questo gli elettori lo sanno.     

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