Monti a caccia di poltrone

Il Prof attacca il governo e cita Matteo. Cerca di riciclarsi: o con uno scranno come commissario europeo, o diventando una "corrente" del Pd di Matteo
di Andrea Tempestinidomenica 7 luglio 2013
il premier Mario Monti si reca alla conferenza stampa di fine anno 2012

il premier Mario Monti si reca alla conferenza stampa di fine anno 2012

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In cerca di visibilità, Mario Monti mischia le carte. Il risultato? Il caos. Almeno in Scelta Civica. Il Prof dichiara: "C'è un'ambiguità crescente. Se Enrico Letta non cambia passo non potremo più sostenere la coalizione. Ha ragione Matteo Renzi, i piccoli passi non bastano". Pronto, è arrivato il rimprovero di Giorgio Napolitano: "Fatico a dare un volto minaccioso a Monti, che ritengo voglia giocare solo un ruolo di stimolo".  Fastidio di governo - Le sparate di Monti hanno infastidito Letta: oltre alle dichiarazioni di facciata ("Risolveremo i problemi con un atteggiamento costruttivo"), si nota come la presidenza del Consiglio abbia sottolineato che le riunioni invocate da Monti ("Serve un vertice di maggioranza e una verifica del programma) si svolgono tutte le settimane (è saltata solo quella di giovedì scorso perché il premier era impegnato a Bruxelles).  Casini al veleno - Ma le dichiarazioni del Professore non sono piaciute nemmeno dentro a Scelta Civica e, soprattutto, all'Udc. Tagliente il commento di Pier Ferdinando Casini: "Monti ha sperimentato sulla sua pelle quanto possono essere dannose le fibrillazioni in una maggioranza. Serve responsabilità". Quindi, a microfoni spenti, avrebbe aggiunto: "Appiattito su Letta non lo notava nessuno. Ora cerca di ricucire con Montezemolo". Due strade - Il punto è che Scelta Civica è sul punto di sparire: l'emorragia di voti, dopo le elezioni già fallimentari dello scorso febbraio, prosegue senza sosta. Il Prof tenta dunque di riciclarsi. Le vie sono due. La prima: la poltrona di commissario europeo che cerca di "raggiungere" ritrovando visibilità e attaccando il governo Letta per l'immobilismo. La seconda: diventare una "corrente" del Pd di Renzi (emblematico il fatto che Monti, per attaccare l'esecutivo, abbia citato il sindaco di Firenze. Quasi un incoronazione...).