Firenze, 25 ott. - (Adnkronos) - "E' una riforma nata male e che sta per finire anche peggio". E' con questo giudizio "tutt'altro che positivo" che Oreste Giurlani, presidente di Uncem Toscana (Unione comuni ed enti montani), accoglie la notizia del decreto governativo sui tagli alle Province. La notizia, secondo quanto si legge sui giornali, ricorda Giurlani, e' che il governo sta effettuando gli ultimi ritocchi "ma, nella sostanza, e' molto probabile che accolga nessuna richiesta di deroga in base alla spending review". Quindi, per cio' che concerne la Toscana, resteranno tre sole province (Livorno-Pisa, Prato-Pistoia-Lucca-Massa Carrara, Siena-Arezzo-Grosseto) e un'area metropolitana, Firenze. Le due proposte avanzate la scorsa settimana dal Cal (consiglio delle autonomie) e fatte proprie dalla maggioranza in Consiglio regionale (ovvero 4 o 5 province piu' l'area metropolitana) "verranno quasi sicuramente rimandate al mittente". "Il governo ha sbagliato fin dall'inizio perche' non si fanno riforme di questa portata solo in base ai risparmi di spesa, bensi' all'interno di un piano di riforma istituzionale, e perche' accorpare le province solo considerando il numero di abitanti e le dimensioni territoriali e' un criterio troppo rigido che non tiene conto di molte altre variabili - continua Giurlani - Cosi' viene fuori un pasticcio, almeno per la nostra regione. Ve lo immaginate una provincia che da Prato va a Massa Carrara? A questo punto mi chiedo se non fosse stato piu' opportuno abolire del tutto l'istituzione Province, e riattribuirne le funzioni a Comuni e Regione ed eventuali altri enti. Cosi', invece, si creano macro aree disomogenee, difficili da governare". Quindi la prima mossa sbagliata e' dell'esecutivo nazionale. Ma c'e' anche un problema locale: "Certo - conclude Giurlani - se prima come Cal e poi come consiglio regionale fossimo riusciti a convergere su un'unica proposta forte e condivisa avremmo sicuramente avuto un altro peso politico e, forse, qualche chance di riuscire a convincere il governo. Cosi' le nostre speranze sono pari a zero".