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Giuseppe Conte, il governo sul punto di saltare. Il retroscena sulla minaccia di Luigi Di Maio: "Sì al Mes? Allora noi lasciamo"

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Il governo a un passo dall'andare in fumo. Secondo la soffiata di Dagospia, l'altro giorno Luigi Di Maio, accompagnato dal capo delegazione pentastellato Alfonso Bonafede, ha minacciato Giuseppe Conte. “Se si accetta il Meccanismo europeo di stabilità (Mes) con il cappello in mano, il Movimento esce dalla coalizione governativa. L’Italia non deve essere massacrata dalla troika, come una seconda Grecia”. Un faccia a faccia tesissimo iniziato dopo l'intervista del premier al Financial Times.

 

La stessa in cui Conte esprimeva la volontà di ricorrere ai fondi Mes, purché non subordinati. Ma chi ci rassicura che non ci saranno imposte gravose e controlli sulle finanze italiane? Questo il dubbio che non fa chiudere occhio all'ex leader del M5s. Non solo, perché a mettere in difficoltà il presidente del Consiglio ci pensa anche il suo staff. Sempre secondo il sito di Roberto D'Agostino, alcuni come Roberto Chieppa e Pietro Benassi non sopportano più le iniziative di Rocco Casalino: “deve essere cacciato”. Altro fronte è poi il Quirinale. Tutti stanno spingendo Sergio Mattarella a prendere posizione, deve parlare chiaro, c’è un’emergenza nazionale in corso, non può rimanere silente.

   

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