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Giuseppe Conte e l'ospedale ad hoc, lettera a Franco Bechis. Il direttore replica: "Soltanto balle"

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L'ospedale ad hoc per Giuseppe Conte e i suoi più stretti collaboratori? Tutto vero. Lo conferma Rocco Casalino, o meglio, Palazzo Chigi (così l'ex gieffino ha voluto che venisse firmata la lettera inviata a Franco Bechis ndr). Dopo l'inchiesta del Tempo sull'acquisto massiccio di mascherine, gel, camici, guanti e bombole di ossigeno per proteggere il premier prima degli italiani, qualcuno si è fatto avanti. Nella missiva del portavoce di Conte si nega una sola cosa: il fatto che a Palazzo si sia costituito un vero e proprio ospedale, anche se poco ci manca. Per il resto tutto viene confermato, anche la fornitura destinata a Conte prima ancora che venisse destinata a chi davvero ne aveva bisogno: gli ospedali.

"Si fa presente - scrivono in difesa - che il ministro per la Pubblica Amministrazione ha emanato, il 25 febbraio 2020, una direttiva che ha imposto a tutte le amministrazioni pubbliche l'adozione di misure di igiene e di protezione a beneficio di tutti i dipendenti e di tutti coloro che, a diverso titolo, operano o si trovano presso l'amministrazione. Nei giorni successivi all'emanazione di questa direttiva, la Presidenza del Consiglio ha avviato le procedure negoziali che hanno portato all'acquisto e alla consegna di 1.250 litri di gel igienizzante, di 310 confezioni da 100 guanti ciascuna e di 11.600 mascherine chirurgiche; altre 32.400 mascherine chirurgiche sono state pure ordinate e dovrebbero essere consegnate, in base all'originaria previsione, a fine maggio".

 

 

Insomma, ancora una volta, come fa notare Bechis, "quando il premier si accorge di aver detto una sciocchezza, scarica la responsabilità su qualcun altro". Nella lettera il premier fa riferimento a un provvedimento del ministro Fabiana Dadone. "Evidentemente - nota il direttore del quotidiano romano - conta più lei del premier, e sentirsi dire che Conte ha solo obbedito da primo della classe alla Dadone sicuramente divertente anche se travalica il limite della tolleranza verso la pura presa in giro". A confermarlo il fatto che questa tanto fantomatica direttiva non ha concesso ad altri ministri di mettere in sicurezza i loro più stretti collaboratori. Ma non solo, perché Bechis, consultando la banca dati storica delle forniture del governo italiano, non ha mai trovato - a differenza di quanto sostenuto da Casalino&Co. - nessuna gara in precedenza per la fornitura di mascherine, guanti in nitrile e camici protettivi peri visitatori di palazzo Chigi. Niente, dunque, di più delle solite fandonie. 

 

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