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Giuseppe Conte fuorilegge. Renato Farina: "Ufficiale, il premier è un pericolo pubblico"

Renato Farina
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È ufficiale, Giuseppe Conte sta governando con provvedimenti di emergenza illegittimi. Non è un nostro azzardo da dilettanti. A denudare questo re di cartapesta è stato Sabino Cassese, presidente emerito della Corte Costituzionale, un giurista di scienza indiscussa e di prudenza apprezzata già da Carlo Azeglio Ciampi e ora da Sergio Mattarella. Un padre della patria per di più al di sopra di sospetti di antipatia politica verso questo governo.
La sua constatazione pubblica, ma confinata nella clandestinità perché è consona a togliere lo scranno da sotto il sedere di Conte, è che sin dal primo decreto del Presidente del Consiglio dei ministri (in sigla Dpcm), sul quale neppure il capo dello Stato può intervenire, c' è stato un abuso, una gimcana da legulei di provincia per aggirare i paletti della democrazia. Una produzione di atti sballata e fuori dai binari dello Stato di diritto. Successivi allo sciagurato mostro, brutto almeno come il Corona, si sono succeduti decretini e decretastri, ciascuno teso a rabberciare con lo scotch una forzatura gravissima in una Repubblica parlamentare con la consegna al premier di prerogative quasi fosse un dittatore. Ha attribuito perciò a sé stesso poteri che solo la Costituzione di Bananas potrebbe consentirgli.
Ha tolto ai cittadini l' uso delle libertà civili, spremendo dalle leggi contenuti irrazionali e inventandosi comitati al di fuori di qualsiasi decenza giuridica e con poteri appoggiati alla assoluta discrezionalità di un principe assoluto anche nell' ignoranza, Giuseppe Napoleone. Anzi almeno fosse un Napoleone.
Qui siamo al colpo di mano di Pulcinella, con molto rispetto per la maschera.
I risultati di questo abuso?
Non si riesce a immaginare di peggio. Almeno fosse stato un Mandrake, uno capace di sfruttare leve di comando, che non gli sarebbero spettate, per salvarci. Allora lo sbrego costituzionale saremmo qui a parlare di "Felix culpa", come scrisse Sant' Agostino a proposito del pasticcio di Adamo ed Eva. Ma qui il peccato originale non ha preceduto nessuna redenzione, ma la tragedia in corso e che sta generando fame, fumo e freddo.

Professore? - Il fatto è che probabilmente questi poteri se li è presi per sbaglio, ma possibile che nessuno lassù non se ne sia accorto? Doveva essere un austero vegliardo come l' 84enne Cassese a farlo notare sia pure due mesi e mezzo dopo il blitz illegittimo? Con ironia l' ex presidente della Consulta fa riferimento ai titoli accademici del premier: «A Palazzi Chigi c' è un professore di diritto: avrebbe dovuto bocciare chi gli portava alla firma un provvedimento di quel tipo». Dolo o ignoranza?
In entrambi i casi si tratta di una appropriazione indebita: qualcuno lo fermi, ad esempio ci sarebbe il Parlamento, e lo spedisca nello studiolo da dove è stato pescato non si sa in base a quali pregi o consuetudini da tale Alfonso Bonafede, accreditato da Luigi Di Maio, garantito da Beppe Grillo, e infine nominato a capo di due governi dal Capo dello Stato. Meriti introvabili, ma ascesa costituzionalmente ineccepibile. Adesso però si tratta di notare un particolare grande come una montagna. Un bambinetto è salito su un bulldozer senza patente e rubandolo alla Repubblica italiana, e sta spianando i diritti di libertà come fossero ecomostri, e ha consegnato 60 milioni di cittadini agli arresti domiciliari senza ora d' aria, non riuscendo in nessuno degli scopi annunciati, cioè difenderci dalla malattia e dalla rovina economica.
In questo Paese dove si vuol usare il Corona per far sparire gli anziani, è un altro signore 85enne, che partito da operaio ha guidato grandi industrie e sa distinguere come nessuno fasti e nefasti d' Italia, a dimostrare la pericolosità di Conte come amministratore delegato di questo Paese dotato di poteri straordinari. Riccardo Ruggeri chiede all' azionista di maggioranza (il Parlamento) di prendere atto dei risultati e di cacciare l' ad). Ruggeri ha raccontato, come giustificazione per il licenziamento in tronco, un episodio inaudito (Italia Oggi). È l' apparizione del premier in catalessi alla riunione con la Commissione per la ricostruzione (illegittima pure essa) presieduta da Vittorio Colao. Conte ha esordito: «Trovate soluzioni urgenti ed efficaci».
Ma come? Sono passati 47 giorni dalla dichiarazione dello stato di calamità (anch' esso pescato dribblando la legge) e quest' uomo, che ha accentrato ogni potere, derubando prerogative persino ai suoi ministri oltre che alle Camere e al Capo dello Stato, adesso si affida a un comitato di quasi venti persone perché estraggano il coniglio dal cappello? Si sarebbe dovuto esporre e proporre e farsi approvare già da tempo lui stesso la via d' uscita, tempi e modi, a questa emergenza da pandemia. D' accordo, tutti i leader del mondo hanno inciampato in errori e contraddizioni, ma nessuno si è dimostrato così marzialmente armato per poi menare lo spadone nel vuoto. Se non era per avere «soluzioni urgenti ed efficaci» per quali ragioni sensate ci ha messo in galera? Lo ha fatto alla cieca, fa sapere a Colao & c., ora anche con il tremolio delle mani, il volto perennemente depresso che distrugge la sua retorica da ginnasiale ottimista perché conta di copiare i compiti da quelli bravi.
È un pericolo, se ne vada.
In buona fede o no, si renda conto della sua inadeguatezza e si ritiri.
A questo punto, ci poniamo un' altra questione assai grave. Perché pur essendo noti questi obbrobri incostituzionali eppure si fa come nulla fosse? Parliamo di quanti reggono lo Stato e/o le redini dell' opinione pubblica con mezzi molto più potenti di Libero: zitti. È per omertà complice o per carità di patria, non volendo causare, con la messa in scacco di un premier unfit (inadeguato) lo choc ad un Paese già in grave difficoltà? Scartiamo la seconda ipotesi. La democratica defenestrazione di Conte sarebbe un refolo di aria pura, uno zaffiro sereno per il popolo, che si tirerebbe su di morale.
Cambiare governo, arrivare a qualcosa che somigli all' unità nazionale, sarebbe una buona notizia o forse no. Comunque sarebbe meglio di adesso.

Il dialogo - Perché questa omertà pertanto? Sabino Cassese è tra gli editorialisti di punta del Corriere della Sera, è apparso sui Tg a esprimere pareri costituzionali forti. Invece ha stavolta espresso i suoi giudizi devastanti su un quotidiano nobile ma semiclandestino, Il dubbio. L' intervista è in realtà un colloquio con un insigne giurista, Paolo Armaroli, solitamente editorialista del Sole 24 ore, anch' egli sugli 80. Il titolo di questo dialogo è un colpo di frusta. Dice: «La pandemia non è una guerra (tesi questa già espressa da Vittorio Feltri in un editoriale, "Chi vi dice che è una guerra sta delirando", 26 marzo, ndr). I pieni poteri al governo sono illegittimi». Afferma Cassese: «Il primo decreto era fuori legge.
Poi è stato corretto il tiro con il secondo decreto legge, che smentiva il primo, abrogandolo quasi interamente. C' è taluno che ha persino dubitato che abbiano fatto studi di giurisprudenza». Come insegna Machiavelli, un principe si giudica dal livello dei collaboratori.«Invece di abusare dei decreti del presidente del Consiglio, bastava ricorrere, almeno per i più importanti, a decreti presidenziali... È forse eccessivo parlare di usurpazione dei poteri, ma ci si è avvicinati». Qualcuno lo allontani, per favore. Conte è un pericolo.

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