Giuseppe Conte difende i pieni poteri: "Dpcm? Ingiusta l'accusa di aver compresso le libertà fondamentali"
“Lo stato di emergenza nazionale, dichiarato il 31 gennaio, prevede l’adozione di misure eccezionali quando la vita della popolazione è in pericolo”. Così Giuseppe Conte in Aula ha difeso il fatto che stia esercitando pieni poteri per far fronte all’emergenza coronavirus. Mentre i deputati del centrodestra rumoreggiano per esprimere contrarietà, il premier tira dritto per la sua strada e difende la scelta di affidarsi ai Dpcm, accantonando il Parlamento. “Non mi sfugge - dichiara il premkier - la portata dei rilievi della riserva di legge e del principio di legalità che la Costituzione pone a baluardo della persona. Ma quei principi non sono stati né trascurati né affievoliti. Come giurista e come democratico avverto ingiusta l’accusa di aver compresso le libertà fondamentali per un tempo determinato, si è deciso di utilizzare lo strumento che poteva assicurare elasticità per affrontare una situazione - conclude - che cambia rapidamente e in maniera imprevedibile”.