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Alfonso Bonafede, il "manettaro" che "scarcera a caso": Lega-Bonino, le due mozioni di sfiducia inquadrano il grillino

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Vero, le due mozioni di sfiducia contro Alfonso Bonafede partono da due premesse completamente differenti. Quella della Lega insiste sulle scarcerazioni facili, boss mafiosi compresi, nei giorni del coronavirus. Quella di Emma Bonino, al contrario, fa leva sulla vis manettara dell'improbabile ministro della Giustizia grillino. Da più parti puntano il dito: ma come, due mozioni di sfiducia che dicono l'esatto opposto? E, probabilmente, sta proprio qui la tragedia. E la tragedia politica è Alfonso Bonafede: un manettaro della corrente Travaglio-Davigo capace di combinare disastri come quello avvenuto sulle scarcerazioni. Controsenso? Tutt'altro. In aula, Pepe della Lega affermava: "Vogliamo la sfiducia del ministro delle scarcerazioni allegre, si è dimostrato assolutamente inadeguato". A stretto giro di posta, la Bonino affermava: "Ho scelto volutamente di intitolare la mozione di sfiducia ad Enzo Tortora per contrapporre un'idea della giustizi ad un'altra". No ai peggiori manettari, insomma. Conclusioni? Partendo da presupposti diversi, la conclusione è la medesima: Bonafede non è potabile, inadeguato, da cacciare. Eppure, non vi sono troppi dubbi al riguardo, tra pochi secondi l'aula - alias Matteo Renzi, dopo le numerose minacce - salverà la sua poltrona.

 

 

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