"Dopo l'estate arriverà il Recovery Plan per l'Italia". Così Giuseppe Conte alla Camera ieri, mercoledì 17 giugno, nel corso dell'informativa. Parole inaccettabili: il Paese è in ginocchio e il premier temporeggia, rimanda il piano per la ripresa a dopo l'estate. Vicenda alla quale Dagospia riserva un retroscena in cui si legge che "il rinvio a settembre è considerato un errore colossale da Sergio Mattarella ma pure da Beppe Grillo che non ha mai stimato (eufemismo) il leguleio pugliese: ma che messaggio dà l'Italia al mondo?". Dietro a tutto ciò, c'è sempre lo zampino di Rocco Casalino. Aggiunge infatti Dago: "Sotto dettatura di Casalino, Conte sostiene che deve mettere ancora a punto il piano della ripartenza. Ma, dopo 10 giorni di Stati Generali, decine di task force, commissari, commissioni, pareri, editoriali, che altro se dovemo di'", chiosa con tagliente ironia.
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Tipico del one-man show, Giuseppe Conte ci ricasca. Gli Stati generali si fermano per un giorno e il premier ne approfit...Perché questo inspiegabile e inaccettabile rinvio? La ragione, sottolinea Dagospia, "è sempre la stessa: il terrore di essere fatto fuori", di perdere la poltrona di premier e Palazzo Chigi. Già, l'ombra di una crisi di governo estiva, proprio come quella dello scorso anno, si allunga su Conte. E allora che fa? Con buona pace di un'Italia che muore, butta la palla in tribuna, spazza, sposta tutto a "dopo l'estate". Mossa che, come detto, anche il Quirinale non ha assolutamente apprezzato.