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Carlo Calenda, pioggia di contributi. Renzi "scippato": i fedelissimi che danno soldi ad Azione

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Azione il partito di Carlo Calenda presenta una delle migliori performance economiche della politica italiana. Ha chiuso in attivo di 214.596 euro il primo bilancio presentato e ha avuto in entrata oltre un milione di euro senza avere ancora nemmeno un centesimo dal solo fondo pubblico di finanziamento della politica, che è quello del 2 per mille Irpef. In un mese appena è riuscito a incassare 97.590 euro di quote associative annuali, a cui ha potuto aggiungere 12.348 euro di donazioni in natura (controvalore di servizi prestati gratuitamente), 841.417 euro di donazioni in denaro da persone fisi che e 227.500 euro da persone giuridiche.

 

 

Azione, scrive il Tempo, sembra la forza politica più attrattiva per il finanziamento privato della politica, e fa una concorrenza spietata all'unico altro che era riuscito a raccogliere contributi: Matteo Renzi. Anzi, la concorrenza è proprio diretta, perché Calenda è andato a pescare finanziamenti proprio nel bacino dei supporter tradizionali di Italia Viva. come Davide Serra, il finanziere proprietario del fondo Alge bris, che fino ad oggi era stato in generosa adorazione del suo amico Renzi o Lupo Rattazzi, altro imprenditore e linfa essenziale di Italia viva a cui versava 30 mila euro mensili dal giorno della sua fondazione. L'ex ministro dello Sviluppo Economico ha incassato anche 100 mila euro da Alberto Bombassei, imprenditore alla guida della Brembo, spicca addirittura il contributo di 20 mila euro della TCI Telecomunicazioni di Gianfranco Librandi, che è parlamentare di Italia viva.

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