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Giorgia Meloni premier, Ignazio La Russa: il ruolo di Gianfranco Fini. "Vaccinata, ha imparato dai suoi errori"

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Giorgia Meloni per Ignazio La Russa è una sorta sorella minore. “La conosco da quando aveva sedici anni”, ha raccontato l’ex ministro della Difesa al Corriere della Sera. “Pensi che quando poi è diventata presidente di Azione giovani - ha svelato - il gruppo mio e di Maurizio Gasparri sosteneva la sua candidatura nonostante lei venisse da un gruppo più vicino alla destra sociale. Tempo qualche anno, siamo nel 2011, avevo già capito che solo con la sua leadership le nostre idee e i nostri valori avrebbero potuto andare avanti, nel futuro. Infatti la incontrai nel mio ufficio e glielo dissi a voce: ‘Giorgia, io punto su di te, per me sei la nostra leader di domani’”.

 

 

Le cose andarono però diversamente all’interno del Popolo delle libertà: Silvio Berlusconi aprì all’idea delle primarie, alle quali la Meloni intendeva candidarsi, ma tutto saltò per un celebre episodio. “Il Cav se ne uscì con la frase sul quid di Alfano - ha ricordato La Russa - le primarie non si fecero e il Pdl andò a morire”. Secondo l’ex ministro quel quid di Berlusconi ha aiutato la Meloni, anche perché, se le primarie si fossero svolte, probabilmente Fdi non avrebbe visto la luce nel 2012. Oggi Giorgia studia da premier, forte dei sondaggi che la danno in costante crescita, al punto da arrivare ad insidiare Pd, M5s e persino la Lega dell’alleato Matteo Salvini. Ma La Russa non vuole sentir parlare di Palazzo Chigi: “Noi, che abbiamo vissuto la storia di Gianfranco Fini, siamo vaccinati. E Giorgia quindi sa benissimo che meno lavori con l’obiettivo unico di fare il presidente del Consiglio e più possibilità hai di diventarlo”. 

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