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Giuseppe Conte, il retroscena sul vertice: "Sapeva che finiva male così non ci è andato". Il suo vero terrore

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"Diremo che la colpa è del governo, nessuno si illuda". I ministri ascoltano il governatore emiliano Stefano Bonaccini prendere a pesci in faccia l'esecutivo e non possono dire nulla, perché l'esponente del Pd ha ragione. Sulla scuola, Palazzo Chigi è nel completo caos: il premier Giuseppe Conte è consapevole che il 14 settembre, per dirla sempre con le parole di Bonaccini, "nelle città rischiamo la rivolta dei genitori". E infatti, pur non presente in via precauzionale al vertice tra ministri e regioni, l'avvocato di Foggia ripete ai suoi che la mancata riapertura tra 2 settimane "è uno scenario che non esiste".

 

 

 

Piuttosto, rivela Repubblica, la priorità è "ammortizzare l'effetto dell'epidemia dal 15 settembre. Evitare che una riapertura pasticciata delle aule, o peggio ancora insicura, possa provocare danni irreparabili". Prima ancora che sanitari, politici: "Rompere il rapporto tra il governo e il Paese". Nessuno lo può dire ufficialmente, ma il Cts ha già messo in guardia tutti: la riapertura della scuola farà risalire la conta dei positivi. e per questo il governo non può sbagliare più nulla. Ma Conte è tremebondo, si defila. "Forse per questo Conte si tiene lontano dalla riunione con le Regioni. Fiuta che sul nodo del distanziamento nei bus finirà malissimo", sottolinea Repubblica: è su quel punto che Bonaccini bombarda il governo, è su quel punto che i ministri Speranza (Salute) e De Micheli (Trasporti) litigano in diretta. 

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