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Giuseppe Conte, quando offrì a Mario Draghi la Commissione Ue: il secco rifiuto del banchiere

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Giuseppe Conte ieri ha raccontato di aver proposto a Mario Draghi il ruolo di capo della Commissione europea. Il modo in cui Conte ha ricostruito l'evento, il passaggio nel quale ha detto di aver "cercato di creare consenso attorno al nome di Draghi", è rivelatore di un'idea se non estemporanea, scrive il Corriere della sera, quantomeno priva di solide basi. "Super Mario", ha detto Conte, "voleva prendersi un momento di stacco". Infatti appena rifiutato l'offerta di guidare il Fondo monetario internazionale, ma desiderava evitare che il suo nome finisse nel tritacarne di una trattativa dall'esito pressoché scontato. Perché certe nomine, compresa la presidenza della Commissione, hanno valenza politica e ruotano attorno all'asse franco-tedesco che nessuno può scalfire.

 

 

 

 

 

L'idea di Draghi a Bruxelles, allora, lanciata da un premier come Conte dal peso non rilevante e senza essere stata concordata con l'asse franco tedesco, non avrebbe avuto nessuna chance. E questo Mario Draghi lo sapeva benissimo.  E allora non si capisce perché Conte che dice di stimare Draghi e di non temerlo come possibile premier al suo posto, non lo abbia inserito tra le centinaia di inviti agli Stati generali di Villa Madama. Infatti quando Draghi scrisse sul Financial Times l'articolo sulla necessità di una svolta in Europa, messa in ginocchio dalla pandemia, la delegazione democratica chiese a Conte di citare l'ex governatore nel discorso che di lì a poche ore avrebbe tenuto in Parlamento. Ma Conte non lo fece.

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