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Alessandro Di Battista, gli Stati generali del M5s a rischio rinvio per il coronavirus. Vince l'ala governista?

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E' il Covid l'ennesimo ostacolo sulla strada degli Stati generali del Movimento 5 Stelle. E potrebbe rappresentare il colpo di grazia per Alessandro Di Battista, uno dei pochi che continua a chiedere il congresso grillino per rilanciare le proprie ambizioni. Se saltasse, sarebbe di fatto la vittoria dell'ala governista e l'emarginazione dei ribelli.


Mentre si sta cercando a Roma una sala che contenga i 300 esponenti grillini che dovrebbero rappresentare i territori, la seconda ondata di coronavirus mette in allerta gli organizzatori della kermesse. Si starebbe ragionando, infatti, su un possibile rinvio, soprattutto in vista della stretta del nuovo Dpcm. Per ora le date segnate sul calendario sono il 7 e 8 novembre. Una due giorni nella Capitale per discutere della nuova leadership e della modalità per il voto finale sulla piattaforma web. Ma, come riporta il Messaggero, i 5Stelle iniziano a farsi qualche domanda: "Come facciamo a fare una iniziativa simile mentre c'è il rischio che si chiuda di nuovo?", si chiede un esponente del comitato a cui è stato affidato il compito di allestire i lavori. "Un'ipotesi è quella di diminuire il numero dei partecipanti ma non si esclude nulla", spiega un' altra fonte. Intanto, secondo quanto riporta il Messaggero, Vito Crimi e il Comitato Iniziativa Italia a 5Stelle hanno raggiunto un accordo, nei giorni scorsi, sulle spese necessarie per organizzare la kermesse: 180 mila euro. E a pagare sarà il comitato guidato dai membri dell'associazione Rousseau

 

 

 

 

L'altra ipotesi, invece, è quella di un congresso virtuale, come riporta il Corriere della Sera. E il motivo è sempre lo stesso: evitare il contagio da Covid-19. "Gli Stati generali saranno solo una farsa", ha commentato pubblicamente l'eurodeputato Piernicola Pedicini. Fare gli Stati Generali a distanza, però, potrebbe rendere ancora più profonda la spaccatura tra l'ala governista del Movimento e quella ribelle, che potrebbe lamentarsi per la mancanza di confronto diretto. Uno dei pochi punti su cui i grillini sembrano essere compatti è la ricandidatura di Virginia Raggi a sindaca di Roma. "Il suo nome e la prosecuzione di questo progetto non è negoziabile", ha detto il ribelle Alessandro Di Battista. Come lui l'ex capo politico Luigi Di Maio, che continua a ribadire il suo sostegno alla sindaca.
 

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