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Dpcm, Matteo Salvini durissimo contro Giuseppe Conte: "Tutta la scemenza è venuta fuori. Appelli disperati e zone gialle? Mah..."

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Giuseppe Conte ha fatto ancora tutto da solo. Matteo Salvini lo aveva già detto ieri, 4 ottobre, in uno sfogo su Twitter e lo ribadisce oggi, a dpcm fatto, in un'intervista. "I governatori sono inca***ti neri. Un governo che si muove in questo modo è indegno. Hanno toccato il punto più basso degli ultimi nove mesi". Al centro le nuove misure per far fronte all'emergenza coronavirus e la presa di posizione del premier che, ancora una volta, si è presentato davanti agli italiani senza prima informare i diretti interessati, le regioni. "Non si può accettare un presidente del Consiglio che va a parlare in tv alle 20 decidendo della vita e della morte delle persone e delle aziende senza rendere conto a nessuno - taglia corto al Corriere della Sera il leader della Lega - e lo fa con dati vecchi di dieci giorni".

 

 

L'Italia infatti è stata divisa in zone (gialle, arancioni e rosse) a seconda della gravità della situazione. Una decisione, per l'ex ministro, che non sta né in cielo né in terra. Il motivo è lo stesso denunciato da governatori alla stregua di Attilio Fontana, Nello Musumeci e Alberto Cirio: "Il governo si è basato su numeri che risalgono al 24 ottobre. Intanto in alcune regioni la situazione è migliorata, anche grazie ad alcune scelte ad hoc degli amministratori locali, e in altre peggiorata. Ma stiamo scherzando?". Per Salvini i giallorossi sono in "totale confusione".

La riprova sta nella Campania nominata zona gialla: "Quando prendi decisione pasticciate fai solo danni. Viene fuori la scemenza che tutti avete visto - prosegue -. Guardi, prendiamo la Campania. Sento appelli drammatici di medici e scienziati e vedo che è stata inserita nella zona gialla. Mah...". Il numero uno non nasconde di nutrire qualche sospetto perché "mi fido di tutti ma non di quello che arriva dal governo". Per non parlare poi dei suoi consulenti che "non ne hanno azzeccata una. Facciamo spazio ai Palù, Zangrillo, Bassetti", invoca ancora quegli esperti che non fanno dell'allarmismo una ragione di vita.

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