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Giuseppe Conte e Casalino, indiscreto: "Non esistono più dirette e veline. O accettano o saranno cacciati"

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“Finita la fase delle dirette Facebook e delle veline, Giuseppe Conte è ridimensionato: ora o accetta o sarà cacciato. Dovrà affrontare con Rocco Casalino le insidie del confronto con il Parlamento”. Così Augusto Minzolini ha riassunto l’editoriale pubblicato nell’edizione odierna de Il Giornale in cui ha analizzato nel dettaglio la posizione del premier dopo che Matteo Renzi lo ha guardato negli occhi al Senato e gli ha praticamente detto che è finita la festa. Conte è più debole di ieri, con l’ex direttore del Tg1 che parla di fine della “parodia di cesarismo” che a Palazzo Chigi hanno messo in scena per sei mesi di emergenza.

 

 

Ora invece il premier è costretto a confrontarsi con i “rituali della politica” e Renzi ha minacciato la crisi se non si rimangerà la governance sul Recovery Fund, incontrando anche l’approvazione dell’opposizione, dai leghisti fino ai meloniani. “Conte si è dato da fare per strappare un compromesso con il leader di Iv per non andare in Europa a mani vuote”, ha svelato Minzolini che però ha dato conto anche del fatto che dall’altro lato è arrivata risposta negativa. E allora l’unico modo rimasto al premier per salvarsi è adeguarsi: “Deve dimenticarsi le task force, i dpcm. Non coltivare più l’immagine dell’uomo solo al comando che si circonda di commissari e consulenti. Deve sudare sette camicie alla Camera e al Senato. Magari dovrà anche ingoiare quel boccone indigeribile che è un rimpasto, se non vuole affrontare l’azzardo di una crisi. Sono le incognite della democrazia parlamentare”. 

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