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Giuseppe Conte, “può tornare in università già dal 22 febbraio”: finita la vita da premier, rinuncia alla politica?

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Giuseppe Conte ha avuto un colloquio di oltre un’ora con Mario Draghi, il presidente del Consiglio incaricato da Sergio Mattarella per la formazione di un governo di “alto profilo”. Il fu avvocato del popolo non rilascia dichiarazioni ufficiali dallo scorso 26 gennaio, quando tramite il suo profilo Facebook manifestava l’intenzione di dimettersi, ovviamente con la speranza di ottenere un terzo mandato. Cosa che non è avvenuta, dato che il Pd e soprattutto il M5s non sono stati in grado di raggiungere un accordo con Matteo Renzi: allora Mattarella non ha potuto far altro che tentare la strada del governo tecnico-istituzionale, dato che di votare non se ne parla nemmeno, se non come ultimissima spiaggia. 

E ora che fine farà Conte? Del suo partito e delle ambizioni politiche si è detto e scritto a lungo negli scorsi mesi, ma non è escluso che “Giuseppi” possa tornare al suo vecchio lavoro: potrebbe infatti rientrare in università già dal 22 febbraio, data di inizio del secondo semestre dell’anno accademico. “Il professore Conte ha portato il suo contributo al servizio del Paese e lo ha fatto con grande competenza e con una precisa statura morale”, ha dichiarato all’Adnkronos Luigi Dei, rettore dell’Università di Firenze, dove l’ormai ex premier è professore ordinario di diritto privato. 

“Ha svolto il ruolo di presidente del Consiglio al meglio, come gli ha sempre richiesto l’alto ruolo ricoperto. Il suo incarico ha dato sicuramente lustro alla nostra Università e ha rappresentato un elemento di orgoglio per l’Ateneo”, ha aggiunto il rettore. Conte sarà automaticamente reintegrato nel ruolo di professore in base alla legge 383 del 1980, secondo cui un docente che assume la carica di presidente del Consiglio entra in aspettativa obbligatoria: ma davvero “Giuseppi” tornerà all’insegnamento? Ah saperlo…

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