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Rocco Casalino, sviolinata a Giuseppe Conte: "Una macchina da guerra, dovevano fargli una statua"

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L'uscita di Giuseppe Conte da Palazzo Chigi verrà ricordata non solo per gli applausi da parte dei dipendenti della Presidenza del Consiglio ma anche per le lacrime del suo portavoce Rocco Casalino. "Lui ha il dono di arrivare al cuore e questo lo renderà diverso da tutti i presidenti del Consiglio - ha detto il giornalista riferendosi all'ex premier in un'intervista al Corriere della Sera -. Quest’ultimo anno con la pandemia è stato molto faticoso, un livello di stress pazzesco. E quando Conte è uscito la commozione ha colpito tutto il palazzo". Casalino, tra l'altro, ha anche dichiarato di credere molto in Conte e nel suo futuro: "Non credo che sarà presto dimenticato. Il video del suo addio ha incassato su Facebook un milione di like, numeri pazzeschi che non fa nessuno al mondo. Proprio tutto questo consenso ha fatto di lui un problema".

 

 

 

Per l'ex portavoce di Chigi, inoltre, Giuseppe Conte avrebbe dovuto ricevere un trattamento migliore: "E' stato fatto cadere come tutti sanno da Renzi con una manovra di palazzo ben studiata. Invece di fargli una statua è stato mandato a casa dopo aver ottenuto dall’Europa 209 miliardi". Rocco Casalino poi ha rivelato un suo desiderio personale: vedere Conte alla guida del M5s o comunque al centro della compagine grillina: "Non so cosa farà, ma mi auguro che la sua strada si intersechi con quella del Movimento". Ma i complimenti per l'ex premier non finiscono qui. Nell'intervista al Corriere, infatti, ha continuato: "Con Conte continuiamo a sentirci, non ci siamo lasciati come se qualcosa fosse finito. Questa è la legislatura che ha sottovalutato Conte. Ha peculiarità straordinarie. Con lui in una campagna elettorale si possono fare cose incredibili".

 

 

 

Per Casalino, una delle peculiarità dell'avvocato del popolo è quella di "metterci la faccia", come ha fatto a Taranto con gli operai dell'Ilva o a Bruxelles, dove ha ottenuto una buona fetta del Recovery Fund: "E' una persona vera, una macchina da guerra, uno stakanovista assoluto, capace di lavorare 18 ore". L'ex portavoce, comunque, non ha nulla da recriminare nemmeno a se stesso: "Nessuno prima aveva gestito la comunicazione di una pandemia, lo abbiamo fatto bene e credo che il merito vada riconosciuto".

 

 

 

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