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Roberto Speranza, scontro in CdM sul coronavirus con Lega e Forza Italia: la conferma inizia a pesare?

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Roberto Speranza, nel primo vero consiglio dei ministri del governo Draghi, frena le speranze "aperturiste" del centrodestra e dei renziani. "L'Iss stima la diffusione della variante inglese al 17,8%. Una tendenza in crescita", visto che corre del 39% più di tutte le altre mutazioni. Non possiamo allentare le misure", sostiene il ministro della Salute. Il quale non  ha nessuna intenzione di abbassare la guardia e spiega che, "vanno quantomeno" conservate le attuali norme". Sulla stessa lunghezza d'onda il premier Draghi, perché "la situazione va monitorata attentamente tenendo alta la guardia", rivela Draghi.

 

 

La maggioranza però si divide. Contrari a questa linea Speranza-Draghi c'è la Lega, Forza Italia e Italia Viva.  Vogliono "segnali di discontinuità" nella gestione dell'emergenza. Matteo Salvini ha fatto sapere che sarebbe per la riapertura dei ristoranti la sera. Sia Forza Italia che il Carroccio sono contrari alla continua esposizione mediatica degli esponenti del Cts. Chiedono "che parli una voce sola", criticando le tante ospitate in tv nei talk dei vari esponenti scientifici che spesso hanno messo in difficoltà la comunicazione dell'esecutivo sul coronavirus.

 

 

 

A parlare per Forza Italia, in Consiglio, è Renato Brunetta, ministro della Pubblica Amministrazione. Spiega che gli azzurri puntano a interventi ultra mirati, pur di evitare blocchi generalizzati. Per Italia Viva le critiche al fronte anti-ripaerture arrivano dal ministro per le pari opportunità, Elena Bonetti: "L'unica strada per uscire dal tunnel sono i vaccini, il resto è chiacchiera", traducendo il pensiero del suo leader, Matteo Renzi. Mentre Giancarlo Giorgetti e Maria Stella Gelmini premono per i ristori immediati, anche quandole chiusure saranno decise dalle Regioni. Speranza stavolta è d'accordo, "l'importante è avvertire prima l'esecutivo", avverte e fa sapere ai colleghi di Lega e Forza Italia che non sarà lui a disincentivare chi per ragioni sanitarie decide le zone rosse senza attendere il governo centrale, scrive Repubblica.

 

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