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Aperture, Mario Draghi: "Nessuna data", tensione con Salvini. E sul vaccino: "Con che coscienza i giovani lo fanno?"

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Mario Draghi si è presentato in conferenza stampa a Palazzo Chigi e ha preferito lasciar spazio sin da subito alle domande dei giornalisti, senza perdere tempo in inutili preamboli. In tal modo la discussione è subito entrata nel vivo, con il presidente del Consiglio che ha chiarito alcuni aspetti della campagna di vaccinazione e dell’impatto che avranno le ultime vicende riguardanti AstraZeneca. “La prima raccomandazione - ha dichiarato Draghi - di usare il vaccino AstraZeneca per coloro che hanno più di 60 anni di età. Dato che il rischio di decesso è massimo per coloro che hanno più di 75 anni, bisogna prioritariamente vaccinare quella categoria”. 

“Banalizzando - ha aggiunto il premier - dovremmo dire alle Regioni smettetela di vaccinare chi ha meno di 60 anni. Con che coscienza un giovane o comunque uno non compreso nelle prenotazioni salta la lista e si fa vaccinare, lasciando esposto al rischio concreto di morte persone con più di 75 anni”. Chissà se ad Andrea Scanzi hanno fischiato le orecchie… Inoltre Draghi non ha messo in dubbio il fatto che gli obiettivi della campagna di vaccinazione verranno raggiunti, però al tempo stesso ha ribadito che occorre concentrarsi sugli anziani e sulle persone fragili, dato che la disponibilità di vaccini non è affatto un problema per il mese di aprile: “Occorre prendere delle decisioni perché la vaccinazione è collegata alle riaperture, che sono molto più facili da organizzare se le categorie a rischio vengono vaccinate velocemente”. 

Poi Draghi ha confermato di aver visto Matteo Salvini, che si sta battendo per riaprire al più presto le Regioni che presentano una situazione epidemiologica migliore delle altre: “Tutti chiedono le aperture, è normale perché il miglior modo di sostenere l’economia è proprio riaprire. Sono consapevole della situazione e del senso di smarrimento e di disperazione da parte di chi protesta, è normale che voglio vedere nelle prossime settimane le riaperture in sicurezza. Però non ho una data, ci stiamo pensando in questi giorni. Le aperture dipendono dall’andamento dei contagi e anche da quello delle vaccinazioni nelle classi a rischio. Quanto più velocemente procederanno le vaccinazioni tanto più velocemente si potrà riaprire”. E quindi il premier non ha dato particolari certezze, ma ha lasciato intendere che difficilmente si riaprirà il 20 aprile, data indicata dalla Lega: più probabile che qualche concessione possa arrivare dopo il 30 aprile, ovvero quando scadrà l’attuale decreto. 

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