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Mario Draghi, "cosa è sparito dal testo distribuito in Parlamento". Minzolini, retroscena-bomba: ombre nere sul governo

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Sul Recovery Plan qualcosa non torna. E forse Mario Draghi si è tradito da solo in aula, quando ha promesso he entro dicembre verranno approvati 11 provvedimenti strutturali, lo "scheletro" del suo Piano nazionale di Rilancio e Resilienza. "Nel discorso distribuito alla Camera e al Senato - spiega Augusto Minzolini nel suo retroscena sul Giornale - mancava lo schemino cronologico che fino a domenica, nella bozza della relazione, appariva, cioè una sorta di linea temporale cadenzata da date".

 

 

 



Dettaglio da poco? Non se si parla di una pioggia di miliardi che potrebbe decidere la sopravvivenza del governo e soprattutto inciderà su futuro di questo Paese. "Probabilmente si tratta solo di un particolare illustrativo venuto meno, ma i problemi ci sono. Eccome", chiosa Minzo, uno che di chiacchiere di palazzo e spifferi di corridoio ne ha intercettati a milioni in questi anni da "infiltrato". "Inutile nasconderseli", sottolinea, citando poi il parere di un leghista di peso come Claudio Durigon: "Sul fisco non facciamoci illusioni, al massimo si arriverà ad una razionalizzazione e, magari, ad una diminuzione minima delle aliquote. Certo non possiamo pretendere la flat tax. Sulla giustizia si farà qualcosa, ma con una maggioranza così divisa non potremo andare a dama. Sulla green-economy faremo certo ma il Paese è troppo indietro per immaginare una rivoluzione: non si può mettere il motore di una Ferrari su una 500. Sulle pensioni, al di là di ogni ideologia, dobbiamo tenere conto che finito il blocco dei licenziamenti, le aziende ridurranno la forza lavoro: è meglio che licenzino i giovani o si liberino dei lavoratori più anziani? Io credo di quest'ultimi".

 

 

 



Insomma, i motivi di attrito tra Lega, Forza Italia e resto della maggioranza (praticamente, i giallorossi di Contiana memoria) sono infiniti e ogni giorno, ogni agenda potrebbe nascondere un insidia letale per il premier Mario Draghi. "La vera partita, la vera riforma strutturale che si può fare, è la semplificazione, la riforma della burocrazia. Quella è essenziale - puntualizza Durigon -. E basterebbe adottare il codice europeo degli appalti, mettendo da parte tutti gli orpelli che abbiamo. Se non si farà per le realizzazione delle opere pubbliche campa cavallo!". Se nemmeno su questo centrodestra e centrosinistra riusciranno a trovare un terreno comune, sarà durissimo proseguire insieme. Con o senza il Recovery Plan. 

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