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Matteo Salvini rilancia il gruppo unico europeo: "Il Covid ci ha insegnato che c'è bisogno di unità", sfida alla Meloni

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Matteo Salvini è in stretto contatto con la destra europea per formare “una unità di destra” transnazionale. Al momento, il leader del Carroccio si trova ancora a Coimbra, in Portogallo, dove ha partecipato al congresso del partito nazionalista Chega! (“Basta!”, in portoghese). “Sto lavorando a un asse euro-africano, un’alleanza tra i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Incontro ambasciatori e mi confronto con i primi ministri, l’obiettivo è evitare che nei prossimi mesi gli arrivi siano nell’ordine delle centinaia di migliaia…", spiega l’ex ministro dell’Interno. In una intervista al Corriere della Sera.

Dunque, un commento sulle parole di Enrico Letta nei suoi confronti. Parole sorprendenti, poiché non si trattava di insulti o provocazioni: “Ho trovato un volto vero in Salvini. Con lui ho rapporti franchi, sappiamo che rappresentiamo due Italie diverse ma tutti e due sappiamo che abbiamo una grande responsabilità”, ha affermato il democrat. E Salvini: “Beh, è lo spirito con cui sono entrato nel governo Draghi. Probabilmente ha capito che andare avanti a insultare la Lega quotidianamente non è quello che serve all’Italia. Se la finiamo con Ius soli e felpe pro sbarchi, potremo dedicarci, anziché al litigio, al grande problema di questo momento: il lavoro”. Su cosa potrebbero confrontarsi i due leader di partito? “Per esempio, sulla possibilità di prorogare il blocco dei licenziamenti. Noi siamo convinti che si possa fare”.

 

 

“Io incontro domani il presidente di Confindustria e peraltro gli imprenditori li sento quotidianamente. Loro chiedono di poter tornare a lavorare a parità di condizioni con una concorrenza spesso straniera. Se lo Stato aiuta i lavoratori prolungando le casse integrazione e mette finalmente regole al commercio online e fa pagare le tasse ad Amazon, Google, e a tutte le altre multinazionali, credo che la possibilità di evitare i licenziamenti ci sia. In questi giorni ho sentito cose da matti...”, aggiunge il segretario federale della Lega. Quindi una battuta sulla condizione dei lavoratori nel mondo dello spettacolo: “A lei pare normale che durante il Covid si siano dati milioni di euro a giganti come Disney o Warner?”.

“Milioni”, sottolinea Salvini. “A multinazionali miliardarie. Io credo che Draghi potrebbe intestarsi un provvedimento che metta regole più certe sulla concorrenza, avrebbe la forza per farlo anche con l’Europa. Sarebbe bello se l’Italia fosse il paese che corregge la rotta di un’Europa fin qui forte con i deboli e debole con i forti”. Il leader leghista ritorna poi sul progetto di costituire un gruppo unico delle destre europee, accolto con un "no" da Giorgia Meloni: “Se c’è una cosa che mi ha insegnato il Covid è che la politica deve essere diversa.  È il momento dell’unione. Se fino a ieri ci potevano essere mille partiti e mille divisioni, dopo questa devastazione c’è bisogno di unità”, conclude Salvini.

 

 

Matteo Salvini sembra avere le idee chiare, soprattutto sulla formazione di nuove micro-forze politiche: “Fin quando continuano i movimenti interni e il proliferare di sigle… Ho stima sia di Toti che di Brugnaro, ma non i pare che il Paese ci chieda nuovi partiti, ci chiede anzi velocità”. E sull’ascesa politica di Giorgia Meloni: “Non è la mia avversaria, se tutto il centrodestra cresce io sono contento”.  In conclusione, Salvini spende alcune parole riguardo al referendum sulla giustizia: “Lo pensiamo come un aiuto al ministro Cartabia e al governo. Sappiamo bene che qualcuno non ha voglia di riportare efficienza nei tribunali e tagliare le unghie alle correnti: se raccoglieremo qualche milione di firme e il Parlamento non avrà provveduto, saranno gli italiani a dire quello che serve. Tenga conto che in tutti i partiti che ci sono persone che mi sollecitano ad andare avanti. Per il centrodestra è una bella occasione di unità, ma io spero che firmino per i referendum anche Di Maio e Grillo. Certo, non mi illudo su Toninelli e Bonafede”. “Io garantista?” sorride un ironico Salvini: “Mi sembra semmai che siano altri quelli improvvisamente diventati garantisti”.

 

 

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