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Giuliano Urbani, "l'unione è la fine di Forza Italia". L'ideologo di Silvio Berlusconi stronca la federazione con la Lega

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 La primogenitura è sua. A inventarsi Forza Italia, il partito fu Giuliano Urbani. Il professore emerito di scienza della politica all'Università Bocconi, si presentò un giorno di giugno del 1993 da Silvio Berlusconi per suggerirgli l'ipotesi di dar vita a una "formazione liberale di massa". Ma quell'idea, dice in una intervista al Giorno, si è conclusa: "Sì, e non da oggi. È sempre stata indissolubilmente legata alla figura di Berlusconi: purtroppo l'anagrafe rema contro di lui e stata un'occasione sprecata: sarebbe stato bello se avesse cercato non dico un successore, ma di fare in modo che quelle radici liberali attecchissero. Il declino è cominciato quando ha avuto l'ultimo successo: gli ha fatto toccare il soffitto, e si è capito che oltre non poteva andare", svela Urbani.

 

 

 

Ma serve ancora un partito liberale di massa? "Come l'aria che si respira. La democrazia funziona se liberale, altrimenti degenera". E la federazione voluta da Matteo Salvini? "Al contrario di ciò che pensa Salvini, io credo che la federazione punirebbe il centrodestra. C'è bisogno di una coalizione che rappresenti i tanti settori sociali del paese. Una federazione potrebbe, forse, andare bene se non è troppo rigida. Hanno ragione Gelmini e  Carfagna quando dicono che non va fatta una federazione con Salvini. Sarebbe meglio con la Meloni", spiega il politologo.

 

 

 

 

"La Meloni non è figlia di nessuno: né di Giovanni Gentile né di Alleanza nazionale che è una cosa diversa. Non rinuncia al suo essere di destra ma è democratica. La Lega è cambiata. Ha messo acqua nel suo aceto. Ma se non lui, una parte del suo elettorato ha invece venature razziste". Infine spiega  perché Berlusconi si sia deciso a questo passo: "A essere maliziosi direi che vuole che FI muoia con lui", la risposta finale e sorprendente di Giuliano Urbani.

 

 

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