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Silvio Berlusconi alla festa della Lega: "Perché dobbiamo risarcire Giorgia Meloni"

Tommaso Montesano
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Uno, Matteo Salvini, è sul palco. L'altro, Silvio Berlusconi, al telefono. Alla tradizionale kermesse estiva della Lega a Milano Marittima, va in scena - seppure a distanza - l'incontro tra il leader della Lega e quello di Forza Italia. Con Berlusconi per la prima volta ospite, applaudito, in casa del Carroccio. Sul piatto, il futuro del "centrodestra di governo", atteso a settembre - dal primo salto di qualità:  l'entrata a regime degli "speaker" parlamentari della futura federazione, che Berlusconi vorrebbe già embrione di quel «partito unico» da schierare nel 2023. L'ex premier sceglie la festa leghista per rilanciare il progetto che più gli sta a cuore: far evolvere la collaborazione tra i due partiti che in «trent' anni hanno cambiato il volto della Repubblica» - e che ora, su spinta proprio del Cavaliere, sostengono il governo di Mario Draghi - in qualcosa di più: il partito unico, appunto, già alle prossime elezioni politiche. 

 

«Nel 2023 ci presenteremo insieme», annuncia sicuro Berlusconi, «stiamo lavorando, anche in questi giorni, alla creazione della federazione». Più abbottonato, mentre ascolta il leader azzurro che risponde alle domande di Bruno Vespa, Salvini: «Stiamo lavorando a delle liste uniche. Insieme contiamo di più, ma prima lo facciamo (il maggiore coordinamento, ndr), poi lo raccontiamo». Il Cav, dopo aver rivendicato la scelta di appoggiare l'esecutivo dell'ex governatore della Bce, ha ribadito quale dovrà essere l'approdo dell'attuale collaborazione: la federazione, come primo passo. Che alla ripresa dell'attività politica si concretizzerà nell'esordio, a Montecitorio e Palazzo Madama, degli "speaker" unici. L'intesa sarebbe stata trovata su un modello a rotazione tra i due partiti. La carica non sarà fissa, ma i rappresentanti di Lega e FI si alterneranno, tra Camera e Senato, a seconda dei temi in discussione. Echi interverrà in Aula, lo farà a nome dell'intera federazione. Uno sbocco naturale, per Berlusconi, dopo il tratto di strada compiuto insieme in questa legislatura. Un passo, ecco il riconoscimento pubblico del Cav davanti «agli amici della Lega», compiuto dal Carroccio grazie alla lungimiranza del Capitano. «Matteo ha mostrato grande capacità di leadership. La collaborazione con la Lega al governo è eccellente», dice Berlusconi tra gli applausi dei militanti leghisti. 

SANARE LA FERITA
Ma questo non significa, ribadisce l'ex premier, «ammainare la nostra bandiera. Se guardo al centrodestra di oggi, vedo forze politiche diverse, ognuna con il giusto orgoglio della propria storia, dei propri valori». Senza escludere, naturalmente, l'alleanza con Fratelli d'Italia: «Con Giorgia Meloni condividiamo i valori fondamentali». Non a caso Berlusconi, per la prima volta, riconosce di aver fatto un torto alla presidente di Fratelli d'Italia con l'estromissione della destra dal consiglio di amministrazione della Rai: «Ha ragione la signora Meloni, pensiamo di rimediare presto». Un invito a ricucire lo strappo con l'alleato, che si tradurrà intanto nel sostegno di tutto il centrodestra ai profili indicati da Fdi in occasione delle prossime nomine nella tv pubblica. Fatto sta che Fratelli d'Italia al momento è fuori dalla lista degli invitati alla kermesse del Carroccio. Salvini, però, minimizza: «Li inviteremo a tante altre feste». Sul rapporto con l'alleato azzurro, il leader del Carroccio è più sfumato di Berlusconi: «Non c'è mai stato il discorso sul partito unico», dice poco prima di rispondere alla telefonata dell'ex premier dalle telecamere di In Onda, su La7. L'ipotesi in campo, al momento, è quella di studiare un sistema «per essere più efficaci» a livello parlamentare. Sul resto, «vedremo più avanti». Anche perché le distanze con Forza Italia, soprattutto sulla politica per affrontare l'emergenza sanitaria, restano. 

 

DISTANZA SUI VACCINI
Salvini, ad esempio, ieri ha mostrato ancora comprensione per le piazze anti-green pass («la violenza non è giustificata, ma se migliaia di persone manifestano alla fine di luglio, vanno ascoltate e capite») e ripetuto il suo «no» a qualsiasi obbligo vaccinale, come proposto invece dal forzista Renato Brunetta. «Sono contrario agli obblighi, non sarò mai io a votare per un obbligo». Obbligo, almeno per gli insegnanti, cui però è d'accordo Berlusconi. Piuttosto, nonostante l'asse con Draghi, per lui e la Lega sarebbe il caso di pensionare il sottosegretario Bruno Tabacci, travolto dalle gaffe sul figlio assunto in Leonardo e sul recupero, come consulenti, di Elsa Fornero e Domenico Arcuri: «Non ne ha azzeccata una. Se avesse dignità, si dimetterebbe». Porte sbarrate anche sul ritorno, in tema di pensioni, della "legge Fornero" dopo l'addio a "quota 100": «Non tornerà».

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